MARCIANISE (red.cro.). Sarà una diversa sezione del Tribunale di Sorveglianza di Roma a valutare il ricorso presentato personalmente dall’ex boss di Marcianise, Domenico Belforte contro la decisione del ministero di Giustizia di prorogare il 41 bis.
I giudici avevano rigettato il reclamo di Belforte ma ora la Cassazione ha accolto il ricorso ed ha annullato la decisione che passerà ad altra sezione del tribunale di sorveglianza. La motivazione era basata su alcune informative della Dia e della Dda che indicherebbero ancora oggi l’ex boss come personaggio in grado di mantenere presunti contatti con il mondo criminale e tutto ciò a fronte di sentenze che parlano oramai di cosca inesistente.
Belforte già capo dell’omonimo ed ex clan dei Mazzacane oramai decapitato da operazioni e blitz dei carabinieri, chiese peraltro di rendere dichiarazioni su alcuni crimini commessi nel marcianisano. Anche lui ristretto dal 1998 come Schiavone, avrebbe più volte manifestato di riferire fatti e circostanze ancora oggi oscure ma le sue istanze furono rigettate dagli inquirenti essendo fatti poco importanti o datati. Si sarebbe detto in grado di far recuperare, per esempio, i resti umani dei cadaveri di Vincenza D’Alessandro uccisa insieme al marito insieme al marito Domenico Petruolo da Paolo Cutillo detto ‘U Jack’.