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Camorra, ecco chi sono comanda nel Casertano città per città: il dossier Dia sui nuovi boss

CASERTA. La Direzione Investigativa Antimafia ha pubblicato in queste ore l’ultimo report sulla criminalità organizzata. Nella relazione semestrale, relativa al primo semestre del 2023, è lungo e dettagliato il capitolo relativo alla camorra che imperversa nel Casertano.

Zagaria isolati dalle altre famiglie

Nella provincia di Caserta, il fenomeno mafioso trovastoricamentelasua massima espressione nel Comune di Casal di Principee, più in generale, nell’area dell’agro-aversano, ove ha avuto origine e si è evoluto il cartello camorristico dei CASALESI, in passato definito dai magistrati “senza tema di smentita, il più potente gruppo mafioso operante in Campania…dai connotati più similari alle organizzazioni mafiose siciliane che alle restanti organizzazioni camorristiche campane”. Rispetto alla primigenia struttura verticistica, con a capo la famiglia BARDELLINO, le più recenti evidenze investigative, da ultimo l’ordinanza di custodia cautelareseguita dai Carabinieri il 22 novembre 2022, hanno documentato come il clan dei CASALESI sia oggi rappresentato dalle famiglie SCHIAVONE, BIDOGNETTI, ZAGARIA e IOVINE. Negli attuali equilibri, anche secondo le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, le famiglie SCHIAVONE e BIDOGNETTI si rivelerebbero le componenti maggiormente rappresentativee con più punti in comune. La fazione ZAGARIA, di contro, avrebbe optato per una posizione più isolata, coagulandosi intorno all’originario nucleo familiare contorniato da soggetti di fiducia. Quasi totalmente assente rispetto all’originario cartello risulterebbe, infine, l’ala IOVINE. Riguardo ai territori di influenza criminale, la famiglia SCHIAVONE sarebbe maggiormente presente a Casal di Principe e a Caserta.

La fazione BIDOGNETTI, invece, opererebbe a Castel Volturno, Parete, Lusciano e Villa Literno. La famiglia ZAGARIA, infine, eserciterebbe la propria influenza criminale nei Comuni casertani di Casapesenna, Trentola Ducenta e Aversa. Ciascun territorio sarebbe ripartito e assegnato a “capizona”, referenti diretti delle rispettive fazioni. Gli interessi illeciti riguarderebbero le estorsioni, soprattutto in danno di supermercati, cantieri edili ed altre società operanti nel settore della raccolta etrattamento dei rifiuti, il controllo delle bische clandestinee del settore delle onoranzefunebri,attività, quest’ultima,eseguita in maniera coordinata in ragione di pregressi accordi intercorsi con un illegale “consorzio di imprese”.

Casalesi nell’affare droga

Costituisce novità rispetto al passato la maggiore rilevanza attribuitaal mercato degli stupefacenti, superando unatradizionale ritrosia dei CASALESI verso tale settore. Il traffico di droga, infatti, ha assunto un ruolo significativo tra le fonti di guadagno del clan, mediante l’apertura di numerose piazze di spaccio nel territorio dell’agro-aversano con il controllo affidato a ciascun capo zona ovvero realizzato daterzi dietro compenso al sodalizio. Risulta ormaiampiamente documentata, inoltre, la particolare vocazioneimprenditoriale del cartello dei CASALESI rispetto ad altre organizzazioni criminali campane, attuata mediante il reimpiego di denaro provento di delitto in attività economiche e l’infiltrazione negli appalti di sevizi tramite condotte corruttive e collusive con funzionari pubblici, grazieall’elevata capacità dell’organizzazione criminale di creare fittereti di relazioni con esponenti del mondo imprenditorialeed amministratori locali.

Marcianise, Mazzacane tra alleati e rivali in ascesa

A Marcianise sarebbe confermata l’operatività del clan BELFORTE (cd. “MAZZACANE”), unica organizzazione criminale di estrazione cutoliana ancora attiva in territorio campano. Il sodalizio estenderebbe la propria influenza criminale ai Comuni limitrofi di San Nicola la Strada, San Marco Evangelista, Casagiove, Recale, Macerata Campania, San Prisco, Maddaloni e San Felicea Cancello.Il clan, che prende il nome dai due fratelli promotorie capi, supportati, come di frequente accade nellefamiglie di camorra, dallerispettive consorti,siè consolidato su una struttura marcatamente familistica ed è dotato dielevata capacità militare, caratteristiche che, unitamente all’esistenza di una “cassa comune”, hanno consentito all’organizzazione di sopravvivere neglianni alle numerose attività di contrasto che ne hanno comunque fortemente ridimensionato gli assetti. Il clan BELFORTE si avvale di numerosi gruppi satellite per il controllo del territorio e per la gestione delle proprie attività illecite costituite, prevalentemente, dalle estorsioni in danno diattività commerciali e dal traffico di stupefacenti.

Nel territorio di Marcianise, recenti attività investigative avrebbero altresì documentato la presenza del clan PICCOLO-LETIZIA, in accesa contrapposizione con il menzionato clan BELFORTE ed alleato con il clan PERRECA operativo nel confinate Comune di Recale. Quest’ultimo sodalizio, sebbene notevolmenteridimensionato, sarebbe comunqueancora operativo sul territorio di riferimento, come emerso dall’arresto in flagranza, eseguito il 1° giugno 2023 dalla Polizia di Stato, a carico di un diretto appartenente alla citata famiglia, autore di plurime condotte estorsive aggravate dal metodo mafioso in danno del titolare di un bar di Caserta.

La Valle di Suessola

Nel comprensorio di Santa Maria a Vico e San Felice a Cancello una recente attività investigativa condotta dalla Guardia di finanza di Marcianise avrebbe documentato la persistente operatività del clan MASSARO. L’indagine ha fatto luce su un sistema fondato su minacce e pratiche corruttive per l’illecita compravendita di cappelle del locale cimitero, che ha visto coinvolti esponenti della criminalità organizzata e funzionari pubblici locali, oltre a un imprenditore del settore funebre.

Agro Caleno e Alto Casertano

L’interesse della criminalità organizzata per il settore funebre è stato altresì documentato da un’altra attività investigativa che il 13 gennaio 2023, nei Comuni casertani di Pignataro Maggiore e Pastorano, ha condotto all’esecuzione da parte dei Carabinieri di un’ordinanza di custodia cautelare a carico di 4 esponenti del clan LIGATO i quali, dal 1988, avrebbero avanzato plurime richieste estorsive ad un imprenditore locale operante nel settore funebre. Il citato clan LIGATOel’alleato clan LUBRANO, operanti neiterritori diPignataroMaggiore e Pastorano,risultano storicamente federati alla fazione SCHIAVONE del cartello dei CASALESI cheestende, in tal modo, la propriasfera di influenzaed il controllo delle attività illecite ad altri Comuni della provincia di Caserta.

Lo stesso accade nei Comuni di Sparanise, Francolise, Calvi Risorta, Teano, Pietramelara, Vairano Patenora, Caiazzo e Piedimonte Matese, ove è accertata l’operatività della famiglia PAPA, anch’essa storicamente federata alla fazione SCHIAVONE del cartello dei CASALESI. Per quanto concerne la provincia di Caserta, infine, va segnalata la fiorente attività di spaccio che interessa la fascia costiera che dal litorale Domizio si estende fino ai confini con il basso Lazio. Tale territorio, da sempre sotto il controllo dei CASALESI, si caratterizza appunto per l’intenso smercio di stupefacenti da parte di soggetti italiani e stranieri, questi ultimi perlopiù di etnia africana e rumena. Negli ultimi anni, tuttavia, è stata osservata una crescente presenza di soggetti provenienti dall’hinterland napoletano che cercano di farsi spazio nel contesto criminale locale, in particolare nell’ambito del traffico di stupefacenti.