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Jabil senza pietà: ferie imposte ai 420 lavoratori

MARCIANISE. Clima sempre più teso allo stabilimento Jabil di Marcianise, con i vertici della multinazionale Usa che hanno deciso di imporre le ferie ai 420 lavoratori dopo il no di questi ultimi al rinnovo della cassa integrazione.

La scelta aziendale, che ha fatto infuriare i sindacati che si sono detti pronti ad adire le vie legali, è l’ultimo atto di una vertenza sempre più grave, che sembra ormai senza via d’uscita dopo la decisione di lasciare il sito produttivo di Marcianise che i vertici Jabil hanno annunciato al ministero delle Imprese e del Made in Italy il 30 aprile scorso.

Un sito ritenuto dalla multinazionale dell’elettronica poco conveniente dal punto di vista economico, in cui viene fatta confluire per scelta aziendale una piccola parte delle commesse lavorate negli altri stabilimenti sparsi per il mondo (la Jabil ha 250mila dipendenti). Con un carico di lavoro basso, sebbene i lavoratori di Marcianise abbiano sempre chiesto di poter lavorare di più rivendicando l’obiettiva professionalità raggiunta in questi anni, l’azienda ha così deciso di imporre le ferie, non avendo più il paracadute pubblico della cassa integrazione, scaduta il 31 maggio, e il cui rinnovo è stato bocciato dai lavoratori, stanchi dei continui rinvii per una vertenza che si trascina almeno dal 2015; da allora oltre 500 lavoratori sono fuoriusciti dagli organici della Jabil, e gran parte di loro è finita in altre aziende, come Softlab e Orefice, sulla base di processi di reindustrializzazione mai decollati, e che hanno generato altre dolorose vertenze.

Il 13 giugno scorso c’è stato uno sciopero generale dei lavoratori metalmeccanici a Caserta, per provare a smuovere le istituzioni, in particolare Regione Campania e Mimit, ma di risultati tangibili per ora non se ne sono visti. L’unico effetto è stato di aggravare lo scontro tra vertici Jabil e lavoratori, con i delegati sindacali aziendali (Rsu) che hanno immediatamente informato della decisione sulle ferie le segreterie sindacali territoriali e nazionali con i rispettivi uffici legali, con l’obiettivo di tenere una riunione – domani 17 giugno – e studiare una risposta.