AVERSA/CASALUCE. Hanno fatto scena muta davanti al gip Pasquale Mungiguerra e Vincenzo Fusco, i due imprenditori e cognati coinvolti nell’indagine della Procura di Napoli Nord e della Guardia di Finanza di Caserta (Gruppo di Aversa) su un sistema di frodi fiscali e riciclaggio messo in piedi nel settore della distribuzione alimentare; nei loro confronti si procede anche per bancarotta fraudolenta distruttiva.
I due hanno scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere dopo i provvedimenti restrittivi emessi dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Napoli Nord su richiesta della Procura. La frode fiscale accertata è pari a 337mila euro. L’indagine è partita dal fallimento di una società proprietaria di due supermercati. I finanzieri hanno scoperto che gli amministratori avevano svuotato l’azienda di tutti gli asset senza pagare alcuna obbligazione fiscale e con il fine di sottrarli all’esecuzione dei creditori, reimmettendo poi beni e soldi in altre tre società risultate semplici cloni di quella fallita; c’era dunque piena continuità tra le varie compagini societarie. Il passivo verso i credito è risultato di 654mila euro.
Alla fine sono state sequestrate due società-clone – cui è stata contestata la responsabilità amministrativa come conseguenza del delitto di auto-riciclaggio commesso dai vertici – con due supermercati, la cui attività però non è stata fermata e proseguirà con un amministratore nominato dal gip.