La zanzara della malaria è tornata in Italia dopo 50 anni: ecco dove e possibili rischi

NAZIONALE – La zanzara vettore della malaria è tornata in Italia dopo 50 anni ed è stata scoperta in Puglia. A dirlo una ricerca pubblicata sulla rivista Bmc, Biomed Central, che ha portato a conoscenza come tra le specie censite in 11 siti del litorale leccese fosse presente la Anopheles Sacharovi, che è appunto uno degli insetti che può veicolare la malattia.

Le zanzare sono state osservate nella zona a ridosso del mare a Nord di Otranto e quella a Sud di Lecce. Territori dove sono presenti diversi specchi d’acqua, ristagni e umidità. Questi ambienti, assieme all’aumento delle temperature, favoriscono la fecondità delle Anopheles Sacharovi.

Al momento va detto no agli allarmismi ma i ricercatori, stando al risultato, impongono di potenziare la sorveglianza nel sud Italia per prevenire il rischio di reintroduzione della malattia.

La malaria è stata una malattia endemica in Italia agli inizi del 900 causando tantissimi morti. È stata debellata negli anni 60 ma continua ad essere una malattia diffusa di importazione da paesi tropicali. Se non trattata in modo tempestivo può avere conseguenze gravi e portare anche alla morte.

Si tratta di una malattia infettiva trasmessa dalle zanzare che, succhiando il sangue di soggetti infetti, finiscono poi per infettare anche gli altri.

Quindi la trasmissione viene veicolata dalla puntura della zanzara e non può mai avvenire  da persona a persona. Dal momento della puntura della zanzara, il tempo di incubazione varia dai 7 ai 18 giorni. I sintomi iniziali sono quelli influenzali come febbre, nausea, vomito, brividi, sudorazione. A questi possono accompagnarsi stanchezza e malessere generale.

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