“Contatti col clan”: nuovo stangata per il capoclan

Marcianise (red.cro.). Il Tribunale di Sorveglianza di Roma ha rigettato un ricorso presentato personalmene dall’ex boss di Marcianise, Domenico Belforte contro la decisione del ministero di Giustizia di prorogare il 41 bis.

La motivazione è basata su alcune informative della Dia e della Dda che indicherebbero ancora oggi Belforte come personaggio in grado di mantenere presunti contatti con il mondo criminale e tutto ciò a fronte di sentenze che parlano oramai di cosca inesistente.

Belforte , già capo dell’omonimo ed ex clan dei Mazzacane oramai decapitato da operazioni e blitz dei carabinieri chiese di rendere dichiarazioni su alcuni crimini commessi nel marcianisano. Anche lui ristretto dal 1998 come Schiavone, avrebbe più volte manifestato di riferire fatti e circostanze ancora oggi oscure ma le sue istanze furono rigettate dagli inquirenti essendo fatti poco importanti o datati.

Si sarebbe detto in grado di far recuperare, per esempio, i resti umani dei cadaveri di Vincenza D’Alessandro uccisa insieme al marito insieme al marito Domenico Petruolo da Paolo Cutillo detto ‘U Jack’. I due erano i genitori Filippo Petruolo detenuto con condanna all’ergastolo. Nonostante ciò gli inquirenti non hanno ritenuto interessante la sua richiesta o addirittura strumentale; le dichiarazioni su altri delitti commessi da persone oggi decedute sono state ritenute datate o, inizialmente, strumentali come il delitto della sua amante Angela Gentile. La decisione del Tribunale di Sorveglianza si scontra con alcune sentenze del 2021 e 2022 (appello) che hanno dichiarato dissolto il clan operativo dal 1987 al 2022.

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