Psittacosi, casi in aumento e 5 morti: cos’è il batterio che preoccupa l’Oms

NAZIONALE – L’Organizzazione mondiale della Sanità ha lanciato un nuovo alert su un batterio che colpisce i volatili e che negli ultimi due mesi ha fatto registrare un aumento di casi nell’uomo causando una malattia chiamata “Chlamydophila psittaci” o meglio psittacosi. 

L’Oms ha segnalato un aumento dei casi tra fine 2023 e i primi mesi del 2024. I paesi più colpiti sono stati Austria, Danimarca, Germania, Svezia e Paesi Bassi. In Italia qualche caso sporadico c’è. Il batterio ha causato anche 5 morti. Si tratta di una malattia respiratoria che può portare complicanze anche letali.

Si tratta di una infezione che colpisce gli uccelli e che si può trasmettere anche all’uomo attraverso il contatto con le secrezioni di uccelli infetti e sono per lo più associate a chi lavora con uccelli da compagnia o pollame, e a veterinari, proprietari di uccelli da compagnia e giardinieri nelle aree in cui ci sono uccelli infetti.

Nell’uomo ha un periodo di incubazione dai 5 ai 14 giorni e si manifesta con sintomi simil influenzali quali:

Sintomi e segni di interessamento polmonare comprendono:

L’Oms ha annunciato di aver incrementato le indagini epidemiologiche per identificare possibili cluster di casi. Fra le misure messe in campo l’analisi di campioni di uccelli selvatici sottoposti a test. Al momento però non ci sono allarmismi e il rischio è classificato come basso.

Anche Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università Statale di Milano, ha detto che “la comunicazione tempestiva di questi rischi può aiutarci a strutturare interventi il più possibile anticipatori di un’eventuale nuova emergenza infettiva. Bisogna accogliere questi alert con senso di responsabilità e attenzione, senza eccedere negli allarmismi ma nemmeno sottovalutandoli”.

“Questo alert dell’Oms deve fare porre maggiore attenzione a chi possiede piccoli volatili in cattività dentro casa, quindi osservarli se stanno male e soprattutto non toccarli. Come non vanno toccati se nei parchi o per strada vediamo uccelli che stanno male. E’ una malattia comunque rara alle nostre latitudini ma si trasmette per via respiratoria, il contatto però delle mani con il volatile è un rischio da non correre“, ha detto all’Adnkronos Salute Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (Simit)

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