Pestaggi in carcere nel 2020, all’esame i detenuti che furono messi in isolamento dopo falsa relazione

Santa Maria Capua Vetere. Con la testimonianza di altri cinque testi, chiamati a deporre lunedì prossimo, la Corte di Assise di Santa Maria Capua Vetere chiuderà terminerà la fase dell’escussione di quei 14 detenuti che il 6 aprile del 2020, dopo i pestaggi avvenuti nel carcere sammaritano, furono posti in isolamento perché ritenuti i promotori della protesta del giorno prima peraltro denunciati proprio da alcuni agenti sulla base di una falsa relazione (il procedimento infatti è stato archviato) in cui li accusavano di aver usato pentole di olio bollente e oggetti atti ad offendere.

Una rivolta che, secondo i vertici campani del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, aveva provocato la perquisizione del 6 aprile poi divenuta «mattanza» così definita dal giudice che firmò l’ordinanza. Ieri, davanti ai giudici della Corte presieduta da Roberto Donatiello, che sta celebrando il maxi processo con 105 imputati – tra poliziotti penitenziari, funzionari del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e medici dell’Asl di Caserta – ha terminato la sua deposizione il teste Massimo Flosco, tra le vittime dei pestaggi ad opera degli agenti e che attualmente è detenuto ai domiciliari ad Arzano (Napoli) per altri motivi.

Nel corso dell’ultima udienza, la sua testimonianza è stata particolarmente sofferta in quanto ha dovuto raccontare, con termini espliciti e sollecitato dall’accusa, quanto aveva subito il fratello che era detenuto con lui in quel periodo, sofferente di crisi epilettiche. In particolare, con molto imbarazzo, Flosco aveva riferito di una sodomizzazione subìta dal fratello con l’uso di un manganello da parte di un agente.  «Se volete che dica così lo dico io mi vergogno a dirlo, a me tutto ciò mi fa venire solo rabbia ho visto i segni, gli faceva male tutto», aveva dichiarato con voce bassa e tremante. Termini diretti, usati in aula, su richiesta dell’accusa per meglio specificare le modalità usate durante le presunte aggressioni e pestaggi commessi quattro anni fa. Tra gli imputati riconosciuti da Flosco c’è l’ex comandante Gaetano Manganelli e l’ex commissaria Anna Rita Di Costanzo

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