CASAL DI PRINCIPE. I noti imprenditori Vincenzo e Nicola Schiavone erano tra gli invitati presenti al matrimonio del terzogenito del boss Sandokan, Carmine Schiavone. E’ quanto emerso dall’udienza di ieri su clan e ferrovie, dove è stato ascoltato l’agente della squadra mobile che identificò gli invitati al banchetto nuziale nel 2008.
Nicola Schiavone e il fratello Vincenzo, sono due delle figure chiave di entrambi i filoni processuali sulla vicenda delle interferenze del clan dei Casalesi negli appalti. Il procedimento è figlio di un’indagine che permise di smascherare quell’area grigia che permette ai clan di arrivare nelle stanze che contano.
Coinvolti ex manager delle Ferrovie, accusati di aver dato appalti alle ditte del clan in cambio di soldi e regali, importanti esponenti del clan dei Casalesi come Dante Apicella (ha scelto l’abbreviato), e soprattutto l’imprenditore e colletto bianco Nicola Schiavone, padrino di matrimonio del primogenito del capo dei Casalesi Francesco “Sandokan” Schiavone, di cui è da sempre amico e ritenuto dalla Dda suo socio e prestanome (i due sono solo omonimi); per i magistrati anticamorra Nicola Schiavone avrebbe permesso al clan di infiltrarsi negli appalti di Ferrovie dello Stato, e sarebbe cresciuto imprenditorialmente grazie ad un patto stretto con il capoclan.
“Ha usato il lievito madre” di Sandokan, è la frase “simbolo” dell’indagine, usata dalla moglie del boss, Giuseppina Nappa, per indicare proprio l’ascesa di Schiavone. Le accuse per tutti gli imputati vanno a vario titolo dall’associazione a delinquere di tipo mafioso, all’estorsione, intestazione fittizia di beni, turbativa d’asta, corruzione, riciclaggio con l’aggravante della metodologia mafiosa ma anche rivelazione di atti coperti dal segreto delle indagini.