Marcianise. Si dicono “orgogliosi” di appartenere ad una multinazionale come Jabil e chiedono che lo stabilimento di Marcianise sia centrale tra i vari siti produttivi europei, ma nello stesso tempo esprimono una forte preoccupazione per le voci che si rincorrono sul futuro produttivo e occupazionale.
I lavoratori della rappresentanza sindacale aziendale del sito Jabil di Marcianise si rivolgono direttamente con una lettera al Ceo della multinazionale dell’elettronica con sede negli Usa, Kenny Wilson, per manifestare paure, senso di appartenenza, ma anche suggerimenti costruttivi nell’ambito di una vertenza che si trascina da anni, scandita da un forte ridimensionamento del sito, che oggi conta 425 lavoratori rispetto ai 700 di qualche anno fa, e dunque da una cura dimagrante non ancora conclusa, visto che l’ultimo piano industriale Jabil prevedeva di scendere ad un organico di 250 addetti.
Eppure i lavoratori lanciano all’azienda quasi un “ramoscello d’ulivo”, che arriva dopo l’incontro di qualche giorno fa con i sindacati, in cui è stato ribadito che la “Jabil deve restare a Marcianise”. Per ora non c’è la volontà di esasperare i toni, anche perché la cassa integrazione più volte prorogata scade a fine maggio, in tempo dunque per trovare una soluzione condivisa e che sia soprattutto la meno traumatica per i lavoratori, già “scottati” dalle reindustrializzazioni fallite, come quelle relative agli ex Jabil passati nelle aziende Softlab e Orefice (i primi quasi sempre in cig perché senza lavoro e i secondi licenziati). Contrari per ora ad altri eventuale processi di reindustrializzazione – anche se questa potrebbe essere l’unica strada nel caso in cui la Jabil decidesse di proseguire sulla strada degli esuberi – i lavoratorii si dicono certi che Marcianise possa “raggiungere piena titolarità all’interno del gruppo e costituire il fiore all’occhiello dei siti europei”.
Attualmente Jabil produce colonnine per la ricarica di auto elettriche per conto di Enel e microchip per Pirelli. Per Mauro Musella, dipendente Jabil e sindacalista Uilm, “lo stabilimento ha enormi potenzialità ancora tutte da esprimere, sia in termini di produzioni che qualità del servizio ai clienti”.