Favori ad un recluso, ex garante dei detenuti patteggia. La sua versione dei fatti

Arienzo. Ha patteggiato un anno e 6 mesi di reclusione Emanuela Belcuore, l’ex garante dei detenuti della provincia di Caserta, originaria di Arienzo.

Nominata dal presidente Magliocca garante dei detenuti nel 2020, lo scorso luglio è finita nel mirino di un’indagine.

Indagata per corruzione e altri reati, accusata di aver procurato al detenuto un telefonino intestato a uno straniero, e lo avrebbe anche avvertito di un’imminente perquisizione nella cella, in modo da far sparire il cellulare. Per altro la garante si sarebbe adoperata per far avere al detenuto una relazione di servizio positiva, avvicinando  ma senza esito positivo la direttrice del carcere e il magistrato di sorveglianza. In cambio, avrebbe ricevuto un paio di scarpe e altri regali dalla titolare di una boutique, sorella del detenuto.

Si chiude quindi questa vicenda con la condanna per corruzione della professionista della valle.

La posizione dell’ex garante

 

In nome e per conto della dr.ssa Emanuela Belcuore, già Garante per la Provincia di Caserta per i diritti dei detenuti, con riferimento a notizie di stampa diffuse in data odierna, comunico quanto segue:

Innanzitutto, si segnala l’assoluta non attualità della presunta notizia diffusa, risalendo all’estate scorsa l’accordo con la Procura di S. Maria C.V. per definire il procedimento penale a carico della dr.ssa Belcuore ex art. 444 cpp ed essendo stata emessa la relativa sentenza il primo dicembre 2023.

La dr.ssa Belcuore ha accettato a malincuore di accedere all’istituto dell’applicazione della pena su richiesta delle parti ex art. 444 cpp, anche consigliato dallo scrivente difensore, per meri motivi opportunità e di strategia difensiva, al solo scopo di consentire alla dr.ssa Belcuore di voltare pagina e di poter continuare la sua attività professionale, senza la minaccia incombente di un lungo, pesante e costoso percorso processuale, che avrebbe portato ad un investimento di energie psicologiche ed economiche sproporzionate all’entità dei fatti realmente accaduti, fatti per i quali la medesima Procura di S. Maria C.V., mai ha avanzato richieste di misure cautelari.

Si è pervenuti a tale soluzione dopo un lungo interrogatorio con la Procura di S. Maria C.V, ottimamente rappresentata dal dr. Fiore (il quale ha colto e compreso pienamente la reale portata dei fatti), nel corso del quale, la dr.ssa Belcuore, pur ammettendo di aver commesso probabilmente degli errori e prestato il fianco a contestazioni, ha respinto gran parte degli addebiti mossi nell’originario decreto di perquisizione, specie con riferimento ad utilità che avrebbe ricevuto per la sua attività istituzionale.

Non vi è stata alcuna sinallagmaticità tra i comportamenti della dr.ssa Belcuore, nella sua qualità di Garante, diversa da un mero, legittimo e forte rapporto di condivisione con le esigenze di tutti i detenuti.

La sentenza di applicazione pena ex art. 444 cpp (a pena condizionalmente sospesa) non implica, per legge e per costante giurisprudenza, alcun accertamento o assunzione di responsabilità penale.

La dr.ssa Belcuore si è sempre battuta per i diritti dei detenuti e, come è noto, è stata sempre in prima linea nel denunciare gli abusi contro i detenuti ed il fenomeno della droga in carcere. Mai si è permessa di influenzare illegittimamente le Autorità preposte al controllo dei detenuti e, men che meno, la Magistratura di Sorveglianza, essendosi solo fatta veicolo di legittime istanze dei detenuti medesimi.

Per tali motivi, la dr.ssa Belcuore, appena saputo di essere indagata, si è immediatamente dimessa per non creare danni all’Istituzione da Lei presentata ed ai detenuti della Provincia di Caserta.

Ci si permette di segnalare che la “notizia” oggi diffusa (guarda caso in occasione di una superflua notifica della sentenza ad opera della Polizia Penitenziaria) contiene gravi imprecisioni per le quali ci si riserva ogni azione, in tutte le competenti sedi, a tutela della reputazione della dr.ssa Belcuore. A sol titolo esemplificativo, si segnala che non è mai stato contestato alla dr.ssa Belcuore di aver fatto entrare in carcere telefoni cellulari o altro.

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