Appalti Enel al clan, scenario ribaltato per noto imprenditore

San Cipriano d’Aversa. Giuseppe Iannone, 67enne imprenditore di San Cipriano d’Aversa, ritenuto dalla Dda di Napoli il “dominus” degli appalti Enel nel Casertano per conto del clan dei Casalesi, è stato assolto dal gup del tribunale di Napoli al termine del processo svolto con rito abbreviato.

Per Iannone – finito in carcere nel luglio 2021 – il pm Graziella Arlomede aveva chiesto una pena di 10 anni per reati di concorso esterno in camorra, estorsione, trasferimento fraudolento di valori ed impiego di denaro di provenienza illecita. Iannone è stato indicato come il “monopolista” sin dagli anni ’90 degli appalti Enel (l’azienda non è coinvolta) relativi agli scavi e alla sistemazione di cavi elettrici; una posizione raggiunta, secondo la Dda, grazie ad un rapporto storico con i vertici delle fazioni Schiavone e Zagaria del clan dei Casalesi.

Iannone era stato ritenuto responsabile anche di condotte estorsive verso altri imprenditori, e della sua presunta contiguità con il clan avevano parlato collaboratori di giustizia di peso come Nicola Schiavone, figlio del capo del clan dei Casalesi Francesco “Sandokan” Schiavone, e Giuseppe Misso. Un “teorema” che per il giudice Antonio Baldassarre non ha trovato riscontro. Iannone fu arrestato dai carabinieri con il figlio Mario l’11 luglio di due anni fa; entrambi finirono in carcere, mentre il genero di Iannone, Mario Pellegrino, fu posto ai domiciliari. Per quest’ultimo e per Mario Iannone il procedimento si è chiuso già durante la fase delle indagini preliminari con l’archiviazione, mentre per l’imprenditore 67enne l’assoluzione è arrivata al termine del rito abbreviato, richiesto dall’avvocato Ferdinando Letizia, legale di Iannone.

Un rito in cui le prove sono quasi esclusivamente quelle raccolte dalla Procura, e utilizzate per chiedere e ottenere dal Gip l’arresto di Iannone e dei suoi stretti congiunti.

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