Caserta. I numeri non mentono! La situazione è in evidente miglioramento e tante sono le attività programmate, per il breve e medio periodo, nell’ambito del Piano di eradicazione delle malattie infettive delle specie bovina e bufalina, emanato dalla Regione Campania con la D.G.R.C. n. 104/2022.
Partiamo proprio dai dati ufficiali, tratti dalle banche dati del Ministero della Salute e dell’Osservatorio Epidemiologicoregionale, sui quali si è riflettuto in occasione dell’ultima riunione di monitoraggio – tenutasi nei giorni scorsi – del Piano
di eradicazione delle zoonosi. Vi hanno preso parte il Ministero della Salute – Direzione Generale di Sanità Animale, il
Ministero della Sovranità Alimentare, il Commissario Straordinario, il Servizio Veterinario della Regione Campania,
l’I.Z.S.M. di Portici, il Dipartimento di Veterinaria dell’Università Federico II di Napoli, i Veterinari dell’A.S.L. di Caserta,
l’I.Z.S. di Teramo (centro di referenza nazionale per le brucellosi) e l’I.Z.S. di Brescia (centro di referenza nazionale per la
tubercolosi). Durante il briefing, nel corso del quale il Ministero della Sanità ha pienamente concordato con le linee
adottate dai soggetti attuatori del Piano, c’è stato un proficuo scambio di esperienze e valutazioni, finalizzate alla continua calibrazione delle misure applicate in relazione al contesto epidemiologico.
Nel 2021, la prevalenza di brucellosi bufalina rilevata in provincia di Caserta era del 18,71%, mentre la consistenza dei capi 189mila unità circa. I dati di oggi indicano che i comuni “cluster d’infezione” sono passati da 7 a 5, la prevalenza è
scesa all’11,5% (-7,21%) e gli animali presenti nel medesimo territorio sono 184mila (-2,65%). Gli abbattimenti sono
passati da 12mila circa nel corso del 2021, pari al 6,34% di tutte le bufale presenti negli allevamenti Casertani, a 6mila
nel 2023, che rappresentano solo il 3% circa del patrimonio bufalino della provincia, con un 50% in meno di abbattimenti
rispetto al 2021. Prosegue senza sosta la campagna vaccinale, che il Commissario Straordinario ha inteso mantenere
anche nei comuni “ex cluster”, allo scopo di massimizzare tale profilassi.
Per quel che concerne il front office, tutti gli allevatori bufalini, che hanno chiesto di interloquire con il personale
dell’ufficio del Commissario Straordinario, sono stati ricevuti entro le 24 ore successive e, spesso, raggiunti direttamente
in azienda. Ogni allevatore sa di potersi rivolgere sempre allo Sportello del Commissario Straordinario, che, come
affermato più volte, è doverosamente disponibile all’ascolto di chiunque, per l’esame di problematiche e istanze varie.
Centinaia di criticità, singole o collettive, sono state affrontate e superate, grazie al sinergico confronto, incessante e
costruttivo, con le Associazioni agricole, in particolare Coldiretti, Confagricoltura, Copagri e Cia.
Tanto è stato fatto per la pulizia straordinaria dei canali di bonifica, talvolta utilizzati per lo sversamento illecito di letame,
con la proficua attività di collaborazione con il Consorzio del Bacino Inferiore del Volturno.
Nel breve termine, sarà attivato un nuovo progetto di ricerca scientifica, già in fase di valutazione da parte dell’I.Z.S. di
Teramo, per la messa a punto di un vaccino da somministrarsi anche agli animali adulti, per ridurre i casi di aborti bufalini,
vere e proprie “bombe epidemiologiche” e molto spesso provocati proprio dalla brucella.
Un’ulteriore iniziativa riguarderà la raccolta straordinaria dei rifiuti abbandonati all’interno del reticolo idrografico
Casertano, composto da oltre 2000 Km di canali, in modo da consentire il corretto deflusso idraulico, limitare i casi di
allagamento e, conseguentemente, arginare la diffusione della brucella, con auspicabili riflessi sulla sicurezza dei
cittadini e delle aziende agro-zootecniche.
Infine, sono allo studio nuove soluzioni tecnologiche in grado di inattivare gli agenti patogeni ed i nitrati ammoniacali
presenti nei letami. Il progetto è quello di trattare, gratuitamente, gli effluenti prodotti dagli allevamenti in cui sono
presenti animali infetti da brucella, limitando significativamente il rischio epidemiologico, mediante conferimenti presso
appositi impianti biodigestori in fase di ultimazione. L’obiettivo è anche quello di trattare, allo stesso modo, la gran parte
dei restanti reflui bufalini, per rendere ecosostenibile tutto il comparto e rilanciare l’intera filiera, importantissimo e
peculiare patrimonio imprenditoriale, agroalimentare e culturale della Regione Campania.