Ucciso per un debito da 100mila euro, Ris in cantina dopo la confessione dell’ex pentito

MONDRAGONE. Ispezione dei Ris di Parma nella palazzina di Torino dove è tato ucciso con più di dieci martellate alla testa Massimo Lodeserto, l’uomo di cui non si avevano più notizie dal 30 agosto e ritrovato il 4 dicembre in uno scantinato di un condominio di edilizia popolare nel centro storico di Torino.

A confessare il delitto è stato un ex pentito della camorra mondragonese Nino Capaldo, il quale avrebbe avuto un confronto con Lodeserto non per ragioni di criminalità, ma per incarico di una terza persona (la cui posizione è al vaglio degli inquirenti) che vantava un credito di 100 mila euro.

L’ex pentito era stato fermato dai carabinieri. Il gip del tribunale, ha convalidato il provvedimento e, su richiesta della procura, ha disposto la custodia in carcere per omicidio volontario. A carico dell’indagato è stata anche formulata l’ipotesi di occultamento di cadavere. Il delitto non è avvenuto nello scantinato. Il corpo senza vita della vittima è stato avvolto con delle coperte e dei sacchi dell’immondizia, quindi legato per facilitarne il trasporto. I medici legali non hanno trovato segni che possano far pensare a un tentativo di difesa dall’aggressione.

I Ris hanno setacciato le cantine alla ricerca di tracce biologiche per chiarire ulteriormente i contorni della vicenda.

 

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