CASAL DI PRINCIPE. Confermata in Appello la condanna a 3 anni e 5 mesi ad Arianna Corvino, la madre della 13enne che a settembre 2022 ha provato a investire con l’auto i ragazzini bullizzando sua figlia.
La 43enne Corvino, agli arresti domiciliari dopo i fatti, incensurata e madre di 4 figli, ha riferito che si trovava a casa dell’anziana madre quando ha saputo che alcune giovanissime stavano ancora molestando la figlia.
Secondo quanto emerso tre ragazzine di 15 anni hanno minacciato su Whatsapp e Instagram la figlia dicendole di non frequentare più Casal di Principe (la famiglia è originaria di Parete) o sarebbero stati guai. Parole che hanno fatto ribollire il sangue di Arianna Corvino che si è recata in piazza Villa alla guida della sua Renault Clio per una vera e propria spedizione punitiva. La Corvirno era preparata a quella situazione visto che già lunedì c’era stata una lite tra le 15enni autoctone e la figlia. Con la 43enne – secondo le indagini – c’era in auto al momento del raid anche il figlio di 10 anni.
Il 7 settembre 2022, la Polizia di Stato di Caserta ha sottoposto a fermo di indiziato di delitto, emesso da questa Procura della Repubblica, Arianna Corvino, quarantatreenne dell’hinterland aversano, ritenuta gravemente indiziata di tentato omicidio pluriaggravato, commesso a Casal di Principe nella tarda serata del decorso 6 settembre. In particolare, poco prima di quella mezzanotte, personale della Squadra Volante del P.F.O. di Casapesenna, transitando lungo Corso Umberto I° di Casal di Principe, notava una Renault Clio che, superate altre vetture incolonnate nel traffico, saliva su un marciapiede posto lungo la direttrice opposta di marcia, investendo un gruppo di giovani che ivi stava passeggiando. L’immediato inseguimento dell’autovettura, realizzato dai poliziotti, gli consentiva di bloccarla e di identificare la conducente, risultata essere poi la persona sottoposta al fermo.
Il successivo sviluppo dell’attività investigativa, condotto da personale del Posto Fisso Operativo di Casapesenna, sotto la direzione del magistrato di turno, consentiva rapidamente di ricostruire nel dettaglio la dinamica degli eventi ipotizzando concretamente la volontà omicidiaria dell’indagata attuata mediante l’investimento. La sintesi delle informazioni acquisite dalle numerose persone informate sui fatti, integrate dagli sviluppi delle immagini riprese dai diversi impianti di videosorveglianza installati in zona, consentiva infatti di accertare che la Corvino. aveva scientemente travolto le ragazze a causa dei rapporti conflittuali che le stesse intrattenevano da tempo con la propria figlia. Anche in quella serata, l’indagata aveva discusso con le ragazze che le aveva raggiunte con la propria autovettura per sostenere la propria figlia.
Ne era scaturita dapprima una discussione, nel corso della quale la fermata aveva aggredito le ragazze con un bastone di ferro, poi salita a bordo della propria macchina e individuato nuovamente il gruppo, le aveva investite.