Comune mette in vendita i suoi beni, piano approvato in giunta

SANTA MARIA CAPUA VETERE (Antonio Tagliacozzi). In vista dell’approvazione del bilancio di previsione 2024 l’esecutivo comunale, come da prassi consolidata, ha pubblicato la individuazione e l’elenco degli immobili non utilizzabili a fini istituzionali da alienare nella speranza che questa volta qualcuno interessato si faccia avanti.

Da questa vendita si spera di incassare nel triennio 2024 – 2026 un totale di circa 26 milioni di euro, tanto è stato valutato il patrimonio alienabile costituito essenzialmente da terreni, provenienti dai disciolti enti di assistenza e beneficenza (IPAB), immobili, appartamenti e quant’altro.

Fra i beni più conosciuti da vendere vi sono il famoso compendio “Schiavone” di via Latina dove il comune è proprietario di 18 appartamenti (tutti occupati) che è stato valutato circa tre milioni di euro, poi, la vecchia scuola dei Sacri Cuori, con annessa chiesa di via Sirtori, valutata 276 mila euro, l’ex “Lazzaretto” di via 24 maggio, valutato 290 mila euro e l’ex asilo Palmieri di via Togliatti (occupato) il cui valore commerciale ammonta a 112 mila euro. A ciò vanno aggiunti centinaia di terreni dislocati nelle zone di Grazzanise, Capua, Falciano del Massico, Cancello e Arnone, Macerata Campania, Capua, San Tammaro e Maddaloni.

Queste proposte di vendita vanno avanti da anni, ma il comune non riesce a “fare cassa” in maniera tale da arrecare sollievo alle casse dell’ente. Intanto, l’esecutivo ha anche definito le tariffe per usufruire della mensa scolastica per il triennio fino al 2026. I percettori con reddito fino a 3.500 euro saranno esenti dal contributo, con reddito fino 6.500 euro il contributo previsto è di un euro e 50, fino a 12.500 euro il contributo è di 2 euro mentre per redditi superiori, il contributo è pari al costo del pasto giornaliero e cioè di circa 4 euro. Stabilite anche le tariffe per l’uso del salone degli Specchi, confermata l’aliquota IMU e fissati i costi per gli altri servizi a domanda individuale che hanno una copertura in entrata del sessantadue per cento del costo totale.

 

 

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