Appalti vinti, la tariffa dell’imprenditore al clan: 10% con l’aiuto, 5% senza

 

CASAL DI PRINCIPE. Raffaele Pezzella, l’imprenditore arrestato nei giorni scorsi nell’ambito dell’inchiesta sulle infiltrazioni del clan negli appalti non è certo un nome nuovo per gli 007 della Dda. Diversi i collaboratori di giustizia che lo hanno tirato in ballo nel corso degli anni e tra questi ci sono due elementi di spicco come Nicola Panaro “o’ principino” e Nicola Schiavone, primogenito di Sandokan, entrambi con un passato da reggenti del clan dei Casalesi prima di decidere di passare dalla parte dello Stato.

Partiamo proprio da Nicola Panaro che definisce già nel maggio 2015 Pezzella un imprenditore “a noi vicino”, facendo riferimento ovviamente alla cosca Schiavone, asserendo che versava di solito una percentuale dell’importo della gara pari al 10% per ottenere anche la protezione da altre fazioni come gli Iovine e gli Zagaria proprio “per evitare contrasti tra imprenditori per l’aggiudicazione delle gare”. Quando invece Pezzella conseguiva l’appalto autonomamente, tramite i suoi rapporti con i funzionari pubblici del Casertano, la percentuale da lui pagata oscillava tra il 3 e il 5%.

Nicola Schiavone, invece, nell’ottobre 2018 parla di Pezzella come “di un imprenditore di fiducia del clan particolarmente affidabile” in quanto non si era mai sottratto al pagamento delle percentuali connesse ai lavori pubblici affidatigli. Pezzella, secondo Schiavone, non era esattamente una vittima di estorsione ma piuttosto “un imprenditore che si rivolgeva a noi del clan per delle utilità. In sintesi per ottenere da noi direttamente lavori oppure per interfacciarsi con le amministrazioni appaltanti accreditandosi come imprenditore a noi vicino”

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