Il ras Nuzzo si era insinuato in un altro Comune: la vicenda della tangente di 30 mila euro

Valle di Suessola. Il ras Domenico Nuzzo, detto Mimmariello per la DDA è l’elemento più attivo e apicale del clan Massaro (2.0) negli ultimi anni.

Il 51enne, attualmente detenuto per l’ordinanza relativa al clan caudino, secondo le ordinanze e le indagini varie in cui è coinvolto aveva intessuto rapporti non solo con alcuni esponenti dell’amministrazione di Santa Maria a Vico, come accadde in occasione delle elezioni 2020, ma aveva puntato anche sulla vicina Forchia, dove pure era di casa.

Il ras puntava a ricavare una tangente sulla liquidazione di un credito che la famiglia Caterino vantava da tale ente, in merito ad un appalto del 2007.

In pratica l’imprenditore Caterino, lo stesso che abbiamo già incontrato, per la vicenda della ditta Le Ceneri, Santa Maria a Vico, doveva rientrare di parecchi soldi per dei lavori realizzati tempo addietro.

Si tratta di una somma superiore a 150 mila euro. Il ras Nuzzo l’aveva saputo e ha cercato di insinuarsi in questo affare, chiedendo 30 mila euro di tangente a Caterino che ha denunciato tutto, della serie:  “Grazie a me recuperi il credito e in cambio mi dai la percentuale”.

Per questa vicenda sono sono stati a lungo intercettati oltre al solito Mimmariello, che si avvaleva del supporto del ras Andrea De Matteo, santamariano trapiantato a Forchia, e il presidente del consiglio comunale Antonio Giordano.

Tra il suddetto e il ras Nuzzo c’è stato un continuo e costante scambio di telefonate, tutte monitorate dall’attività svolta dalla Guardia di Finanza di Marcianise. Un materiale di proporzioni davvero titaniche… Si comincia già dalla fine del 2019.

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