Asilo lager, procuratore “si ammorbidisce”: rideterminate le condanne, ecco le 3 richieste

MACERATA CAMPANIA/CASAPULLA. Nella requisitoria aveva mostrato il pugno duro, ma nell’ultima udienza la Procura Generale si è detta disposta a rideterminare la pena. Svolta proprio al fotofinish nel processo in Corte di Appello per le maestre condannate per maltrattamenti continuati ai danni di minori nell’asilo privato di Casapulla. In un primo momento la Procura Generale aveva negato il consenso per le richieste di concordato avanzate dai legali: una sorta di “patteggiamento” di secondo grado, ricusato dall’accusa che chiede il riconoscimento dell’aggravante specifica per questo tipo di reati.

Nell’ultima udienza poi il colpo di scena, col procuratore che presta consenso alle richieste di concordato rideterminando la pena a 3 anni in detenzione domiciliare per Francesca Merola e 2 anni con pena sospesa per Valeria Eliseo. Per Anna Lucia Spina però è stato chiesto un innalzamento della condanna (non ha chiesto il concordato) a 3 anni e 2 mesi. Alla fine del mese dovrebbe arrivare la sentenza di secondo grado che, salvo colpi di scena in Cassazione, metterà fine a questa vicenda.

Il primo verdetto

In primo grado il giudice per l’udienza preliminare di Santa Maria Capua Vetere Pasquale D’Angelo aveva inflitto al termine dell’abbreviato tre anni e quattro mesi alla direttrice 47enne della scuola Francesca Merola, e due anni e otto mesi a Valeria D’Eliseo, 28enne che al momento dell’arresto era in servizio da poco tempo, e alla 44enne Anna Lucia Spina; oltre dieci le famiglie dei piccoli costituitesi in giudizio (tra i difensori Francesco Fabozzi).

I legali delle tre insegnanti avevano già presentato ricorso in Appello contro la condanna, provando a giocare la carta del concordato, negata dalla Procura Generale. I fatti risalgono all’autunno del 2021, quando la madre di due bimbe che frequentano la scuola ha denunciato i presunti maltrattamenti in aula. In particolare la più grande delle due aveva raccontato alla madre che veniva imboccata con violenza dalle maestre durante la mensa; la madre ha poi scoperto che lo stesso trattamento veniva riservato anche alla più piccola delle sorelline.

L’indagine

I carabinieri di San Prisco, che hanno ricevuto la segnalazione, e della Compagnia di Santa Maria Capua Vetere, hanno così messo sotto controllo i cellulari delle tre maestre che si occupavano delle due classi in cui erano le sorelline, e all’interno delle aule hanno installato delle telecamere. Le immagini hanno mostrato che i maltrattamenti erano sistematici, tra schiaffoni, strattoni, grida e modi piuttosto violenti, specie quando i bimbi facevano capricci durante i pasti.

Chi piangeva veniva lasciato solo e sgridato, umiliato e qualche volta preso a schiaffi o messo in un angolo con le mani in testa; qualche bimbo è stato tirato giù con forza dalla brandina. Altre prove sono poi emerse dai messaggi scambiati dalle insegnanti su WhatsApp e dai racconti di altri genitori.

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