Prof bruciato, parla il presunto assassino: “Per me era un benefattore, il debito è stato estinto”

CELLOLE/BAIA DOMIZIA. “Non ho ucciso io Caprio, che per me è stato un benefattore, e il vecchio debito che avevo con lui l’ho estinto nel settembre scorso”. Si è difeso così, davanti ai pm e ai carabinieri, Angelo Gentile, l’82enne fermato in nottata per l’omicidio del docente 58enne Pietro Caprio, il cui corpo carbonizzato è stato trovato nel pomeriggio di ieri, verso ora di pranzo, in un’auto bruciata a Baia Domizia, nel tratto del comune di Cellole.

L’uomo, ex operaio, poi agricoltore per passione, due figli, è stato individuato mediante le immagini di alcune telecamere di videosorveglianza comunali, che hanno ripreso la sua Fiat Palio e la Dacia Duster della vittima imboccare insieme poco dopo le 14 di venerdì tre novembre via Pietre Bianche, una stradina di campagna; la Palio dell’anziano è stata poi vista mentre intorno alle 14.30 usciva dal vicolo. Poco meno di 24 ore dopo, all’ora di pranzo di ieri, è stata ritrovata la Duster bruciata con all’interno i resti di Caprio. Interrogato in caserma dai pm Chiara Esposito e Gionata Fiore, l’82enne ha respinto ogni accusa.

“Non ero io nell’auto” ha detto, assistito dal suo avvocato Gabriele Gallo, per poi avvalersi della facoltà di non rispondere; la sua versione non è stata ritenuta attendibile, e per questo è scattato il fermo e ora l’82enne si trova in cella. E’ stato poi lo stesso anziano a riferire del vecchio debito che aveva con Caprio, anche se il sospettato ha spiegato che per lui Caprio era stato “un benefattore” avendogli prestato nel 2002 la somma di 10mila euro, che lui gli aveva ridato totalmente arrivando però a pagare ben 50mila euro; proprio la differenza tra le cifre ha convinto i pm a fermare il sospettato.

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