MARCIANISE. Ribaltone per uno dei tesori della famiglia Belforte finito nel mirino della Dda. La Corte di Appello di Napoli (V sezione penale) ha assolto – con la formula il fatto non sussiste – Giovanna Allegretta, moglie di Camillo Belforte, figlio del capoclan Domenico Belforte, dall’accusa di essere una prestanome dell’organizzazione malavitosa casertana in relazione a una villa con piscina da circa 300mila euro che si trova a Marcianise. Non solo.
Ha anche escluso l’aggravante mafiosa contestata in relazione alla proprietà di un altro immobile, anche questo a Marcianise, riconducibile secondo la DDA a Salvatore Belforte, fratello di Camillo. La procura generale aveva chiesto la conferma delle condanne e della confisca. Annullate quindi le condanne a tre e due anni di reclusione inflitte, rispettivamente, a Salvatore Belforte e Giovanna Allegretta.
La prima intestazione ritenuta fittizia risale al 2004, la seconda del 2008. Le indagini patrimoniali degli inquirenti, fondate essenzialmente su una capillare attività di intercettazione, si concentrarono sull’investimento di grosse somme di danaro, centinaia di migliaia di euro, in beni di lusso e per la realizzazione di immobili, tra cui la villa da 300mila euro, ritenuti intestati fittiziamente a Camillo Belforte e ai suoi familiari. Il collegio difensivo è stato composto dal cassazionista Dario Vannetiello e dagli avvocati Massimo Trigari e Nicola Musone.