Truffa assicurazioni, arrestato genero del boss: “Dio dà battaglie ai grandi guerrieri”

AVERSA/MARCIANISE/CURTI. “Il Signore le grandi battaglie le assegna ai grandi guerrieri… siamo due vittime… questo processo è politico… purtroppo Teresa ha un cognome pesantissimo”. Con la moglie si sente una vittima Angelo Guarino, marito di Teresa Puca, figlia detenuta del capoclan Pasquale Puca. Ma dalla precisa ricostruzione dei flussi finanziari eseguita dai carabinieri di Napoli nell’ambito dell’inchiesta sulle truffe alle assicurazioni, emerge che buona parte di quelle illecite risorse (decine e decine di migliaia di euro) venivano dirottate verso la sua società.

Il pizzino

Guarino figura tra le persone arrestate oggi dai carabinieri nell’ambito di una inchiesta coordinata dalla Procura partenopea nella quale sono coinvolti medici e avvocati. Uno dei camici bianchi coinvolti presta servizio all’ospedale di Marcianise.

Uno dei filoni sul quale si è concentrata l’attenzione degli investigatori riguarda l’associazione a delinquere al cui vertice, secondo i militari dell’arma e la Procura di Napoli, c’era proprio Angelo Guarino, marito di Teresa Puca, già condannato in relazione all’appartenenza al clan dei suocero anche per avere adoperato degli esplosivi in un attentato perpetrato ai danni di un centro diagnostico. La moglie Teresa è anche lei detenuta per reati di camorra. Su un cellulare sequestrato i carabinieri hanno scoperto un pizzino nel quale non solo si fa il punto sugli affari ma si parla anche della condizione di detenzione di Teresa Puca.

Truffatori col Reddito e professionisti imbroglioni

I carabinieri della Compagnia Vomero hanno eseguito un’ordinanza applicativa di misure cautelari (una in carcere, tre ai domiciliari e otto interdittive nei confronti di due avvocati e sei medici) emessa dal Tribunale di Napoli su richiesta della locale Procura della Repubblica. I destinatari di misura, assieme ad altri 23 indagati in stato di libertà, sono indiziati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alle truffe assicurative con fraudolento danneggiamento di beni assicurati e ricorso a certificati medici falsi rilasciati da medici ritenuti dagli investigatori compiacenti, riciclaggio, indebita percezione del reddito di cittadinanza e furto aggravato.

Le attività, coordinate dalla Procura partenopea e condotte dalla stazione Carabinieri di Napoli Marianella sono frutto di approfondimento su materiale già sequestrato nel corso dell’esecuzione di una prima ordinanza applicativa di misure cautelari per associazione a delinquere finalizzata a furti, rapine e truffe assicurative, eseguita lo scorso 1 marzo, permettendo di raccogliere indizi a carico degli indagati e di rivelare l’operatività di un’associazione che, da oltre un decennio, opera nel territorio campano.

I ruoli

In particolare, le indagini hanno consentito di delineare il modus operandi del sodalizio, all’interno del quale erano ben definiti i ruoli di capo, promotori e partecipi e tra i quali figurano due avvocati e diversi medici, tra cui quattro in servizio degli ospedali mentre altri due operavano in centri diagnostici privati. Il profitto del reato della truffa assicurativa, una volta incassato, veniva poi movimentato e prelevato in maniera frazionata, nel tentativo di dissimularne la provenienza illecita. Documentata anche l’indebita percezione del reddito di cittadinanza da parte di due degli indagati, per un ammontare complessivo di 20497 euro.

 

 

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