Figlio del boss sotto torchio: è ritenuto il nuovo capo. Ecco come ha risposto

SAN CIPRIANO D’AVERSA. Ha respinto le accuse del gip Emilio Martinelli, ritenuto il reggente della fazione sanciprianese degli Schiavone.

Ieri il figlio del boss detenuto Enrico Martinelli è comparso davanti al gip nell’ambito delle indagini della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e della Squadra Mobile della questura di Caserta sul riassetto del clan dei Casalesi e sui legami tra i diversi gruppi confederati, operanti ciascuno nella propria zona. Martinelli al momento resta in cella, in attesa del possibile ricorso al Riesame.

L’indagine

Un primo gruppo composto da sei persone e attivo nel settore delle estorsioni e delle armi era già stato smantellato: i componenti furono catturati nel luglio 2021 e sono già stati condannati. Le successive indagini hanno consentito di accertare che a dispetto di arresti, condanne e pentimenti, il clan dei Casalesi ha sempre continuato a essere operativo, con una rimodulazione della composizione delle fazioni e degli equilibri tra le stesse, restando comunque fermo il comando delle nuove generazioni delle famiglie Schiavone e Bidognetti.

Un paio di anni fa l’indagine che portò in manette i figli del boss Francesco Bidognetti, oggi l’arresto di un altro “pezzo da novanta” rimasto sul territorio, il 32enne Emilio Martinelli, figlio di Enrico, esponente di spicco dei Casalesi, che in questi anni ha assunto un ruolo direttivo del clan per i traffici di droga, le estorsioni ai danni di commercianti, il noleggio delle auto e le truffe relative al bonus 110% nel territorio di San Cipriano di Aversa. Martinelli si sarebbe avvalso della collaborazione di altri 5 soggetti, già sottoposti a misure cautelari, ognuno dei quali svolgeva un ruolo ben preciso per le estorsioni e la gestione dell’arsenale a disposizione del clan, costituito da revolver, pistole semi automatiche, kalashnikov e pistola mitragliatrice modello Uzi.

 

Exit mobile version