NAZIONALE – Lo scoppio della guerra in Israele rischia di avere pesanti conseguenze anche sul costo delle materie prime energetiche. Già da lunedì scorso sui principali mercati di riferimento il costo del metano è salito sopra i 46 euro per megawattora: un valore che non si registrava da agosto. L’indice italiano per l’energia elettrica è salito sopra i 140 euro al megawattora. Anche la quotazione del petrolio, dopo alcuni giorni di discesa è tornato a salire e il Brent/Wti è salito sopra gli 85 dollari al barile.
Con questi rialzi e con la stagione invernale alle porte, il timore che le prossime bollette possano essere salate è molto alto. Il nostro paese riceve circa l’80% dell’approvvigionamento energetico dall’estero. Sia il gas che il petrolio arriva da Stati Uniti, paesi del Medio Oriente e del nordafrica. L’escalation del conflitto in Israele rischia di creare pesanti ripercussioni sull’Italia, sopratutto se nel conflitto dovessero essere coinvolti anche paesi confinanti come ad esempio l’Iran.
Secondo Assoutenti l’aumento delle tariffe dopo le tensioni in Israele potrebbe toccare il 15% sia per la luce che per il gas. In questo modo la bolletta dell’energia elettrica salirebbe di 115 euro all’anno rispetto alle attuali tariffe portando la spesa della luce a quota 879 euro. Discorso simile per il gas con un aumento di 199 euro annui e un totale di spesa di 1.526 euro. In pratica un rincaro complessivo di 300 euro in più all’anno.
E per la benzina? per la benzina potrebbe andare ancora peggio. Israele non è un produttore significativo di greggio ma lo scenario internazionale potrebbe cambiare se venisse chiamato in causa l’Iran che a quanto pare sta appoggiando Hamas in questa guerra. In quel caso le ripercussioni potrebbero essere salatissime: il rischio è che il petrolio possa salire fino a 150 euro al litro e in quel caso la benzina potrebbe salire al servito sui 3 euro al litro. Cifre davvero incredibii.