CASAL DI PRINCIPE. Il settore è più caldo che mai, con prezzi schizzati ormai di nuovo sulla soglia dei 2 euro al litro, che si tratti di diesel o benzina. Non ci sono però solo le crisi internazionali dietro questa impennata. In alcuni casi le joint-venture tra cosche giocano un ruolo fondamentale nell’imposizione dei prezzi.
E’ una conclusione alla quale è arrivata anche la Direzione Investigativa Antimafia che nel dossier pubblicato poche settimane fa e riferibile al secondo semestre del 2022 fotografa alla perfezione la situazione venutasi a creare sull’asse Calabria-Agro Aversano con un patto solido tra famiglie vicine alla ndrangheta ed elementi dell’orbita del clan dei Casalesi.
Per il voluminoso studio in riferimento alla cosca dei Mancuso l’operazione “Petrolmafie” del 2021, conclusa dalla Guardia di finanza di Catanzaro, “ha disvelato anche l’interesse della cosca nella commercializzazione di carbo-lubrificanti e nel controllo dei lavori, pubblici e privati, mediante l’imposizione di ditte compiacenti o contigue attive nell’edilizia, nello smaltimento rifiuti e nella commercializzazione di carburanti. Nel medesimo contesto, sarebbero emerse cointeressenze tra la cosca e imprenditori napoletani, catanesi e reggini, a loro volta collegati con talune organizzazioni criminali operanti in quei territori e, in particolare, con i clan camorristici dei CASALESI e dei MOCCIA, e quelli catanesi dei MAZZEI e dei PILLERA”.
Un’inchiesta che ha già superato uno scoglio importante visto che il 5 ottobre 2022 il Tribunale di Catanzaro ha condannato 18 degli imputati rinviati a giudizio.
La realtà criminale della provincia di Caserta ha come epicentro – come confermato dalla Dia – l’area di Casal di Principe, dove le evidenze investigative hanno documentato la persistente operatività del cartello camorristico dei Casalesi . La copiosa documentazione giudiziaria al riguardo ha delineato l’evoluzione della struttura di quello che è stato definito dai magistrati “senza tema di smentita, il più potente gruppo mafioso operante in Campania…dai connotati più similari alle organizzazioni mafiose siciliane che alle restanti organizzazioni camorristiche campane”.
Secondo le ricostruzioni processuali, la consorteria ha conosciuto diverse fasi. Attualmente per i Casalesi, così come per altre realtà criminali, sono divenuti mezzi di finanziamento molto redditizi, insieme al settore del “cyber crime” con particolare riferimento al gioco d’azzardo e delle scommesse, anche la produzione e la commercializzazione dei beni contraffatti, opere d’arte e altri beni culturali, e di carburanti e prodotti energetici.