NAZIONALE – Sono in risalita in Italia i casi di meningite batterica da meningococco. A dirlo all’Adnkronos Salute Paola Stefanelli, dirigente di ricerca del dipartimento Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità (Iss), in occasione della Giornata mondiale della meningite.
I dati più recenti dicono che c’è una leggera risalita ai numeri pre covid. Con il distanziamento e l’uso della mascherina i numeri erano calati drasticamente fino a toccare un’incidenza a 0,1 per 100mila abitanti. Oggi siamo circa sullo 0,32 per 100mila abitanti.
Si tratta di una malattia rara che può avere complicanze serie, fino alla morte. Oggi grazie al vaccino e alle terapie antibiotiche giuste, il paziente si riesce a gestire meglio. Il vaccino quadrivalente (ACWY) è raccomandato a partire dai 2 anni con un richiamo fino a 5 anni di età e tra gli 11 e i 15 anni con un richiamo fino a 20 anni. Ciò che è difficile è riconoscere i sintomi per intervenire in modo tempestivo.
Nella lista compaiono: febbre; vomito; mal di testa forte; rigidità della nuca; tendenza a evitare la luce forte; dolore muscolare, articolare o degli arti; stato confusionale; mani e piedi molto freddi; rash (quelle che vengono definite petecchie, piccole macchie puntiformi rosse o violacee, caratteristiche delle forme da meningococco); convulsioni.
C’è differenza tra i sintomi che compaiono in pazienti giovani e quelli invece che si riscontrano in pazienti anziani. Nel primo caso la malattia tende a manifestarsi con segni e sintomi abbastanza caratteristici che possono avere un’evoluzione molto rapida fino a giungere ad un esito fatale. Nell’anziano i sintomi classici non compaiono e per questo è molto più difficile riconoscere una meningite.