PARETE. Sconto per il responsabile del tremendo delitto di Vincenzo Ruggiero. Ciro Guarente ha ottenuto dal magistrato di sorveglianza 495 giorni di liberazione anticipata perchè ha dato prova di partecipazione all’opera di rieducazione. In pratica buona condotta
La circostanza potrà essere però applicata solo alla scadenza dei 26 anni di pena in caso di semilibertà, in quanto la Cassazione ha confermato l’ergastolo, diventato definitivo. Il carcere a vita per Ciro Guarente, l’ex marinaio accusato di aver ucciso e poi fatto a pezzi per gelosia il 25enne di Parete, Vincenzo Ruggiero, è diventato un dato di fatto nel 2021, due anni dopo il delitto.
L’attivista gay venne ucciso a colpi di pistola da Guarente e poi fatto a pezzi. Il cadavere così ridotto fu nascosto in autolavaggio del quartiere napoletano di Ponticelli, e trovato sotto un massetto di cemento nel punto dove solitamente c’era il cane da guardia. Il movente che ha armato la mano del 39enne sarebbe stata la gelosia dovuta alla circostanza che la sua compagna da qualche tempo conviveva con Ruggiero, con cui peraltro era legata solo da un’amicizia.
Secondo la ricostruzione della Procura Guarente sparò prima due volte dall’alto verso il basso, in quanto Ruggiero si era inginocchiato nel tentativo di difendersi; quindi esplose un terzo colpo alla schiena della vittima, che è poi deceduta. La difesa di Guarente, rappresentata dal penalista Dario Cuomo, aveva chiesto alla Suprema Corte di rideterminare la pena almeno per evitare l’isolamento diurno.
Nella foto da sinistra Ciro Guarente e Vincenzo Ruggiero