CAPUA. Oramai è storia che la deliberazione n. 33 del 7 luglio scorso con all’oggetto l’adesione del Comune di Capua alla società consortile Agrorinasce ha avuto parere negativo della Corte dei Conti – Sezione Regionale di controllo per la Campania. Da evidenziare come ci sia totale divergenza tra il pensiero di Adolfo Villani, sindaco di Capua che introduce la votazione ed il parere implacabile della Corte che analizza la decisione sotto diversi parametri.
La discussione in aula si apre con il primo cittadino che introducendo la delibera 33 dichiarava: “Credo che noi abbiamo presentato una proposta corredata da un voluminoso materiale: Statuto, Regolamento, Regolamento sulle modalità di esercizio del controllo, gli ultimi tre Bilanci, quindi la questione dovrebbe essere abbastanza chiara. Perché opporsi va bene, però partendo da quelle che sono le proposte della maggioranza. E io invece ho l’impressione che l’opposizione non legga nemmeno la documentazione depositata”.
La documentazione a cui Villani ha fatto riferimento, nell’ipotesi in cui non fosse stata letta e studiata attentamente dalla minoranza è stata invece oggetto di un analitico studio della Corte dei Conti, che arriva ad affermare, tra le altre cose, che “l’atto deliberativo di acquisto di partecipazioni, anche indirette, da parte di amministrazioni pubbliche in società già costituite deve essere analiticamente motivato con riferimento alla necessità della società per il perseguimento delle finalità istituzionali, evidenziando, altresì, le ragioni e le finalità che giustificano tale scelta, anche sul piano della convenienza economica e della sostenibilità finanziaria, nonché di gestione diretta o esternalizzata del servizio affidato. La motivazione deve anche dare conto della compatibilità della scelta con i principi di efficienza, di efficacia e di economicità dell’azione amministrativa”. E ancora “non vi è menzione della motivazione analitica che sorregge l’atto che si propone di approvare – e poi si approva. Come ampiamente riportato, il Comune avrebbe dovuto motivare in modo dettagliato la necessità di tale operazione per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali, evidenziando le ragioni che giustificano tale scelta anche sotto l’aspetto del rapporto costi/benefici fra la gestione diretta o la esternalizzazione del servizio, tale da rendere “efficace, efficiente ed economica” l’adesione alla società consortile rispetto ad altre forme di gestione, pure normativamente previste”.
Interessante poi ancora il passaggio sul supporto che “Agrorinasce” potrebbe rendere agli uffici comunali capuani, stando al giudizio di Villani, mettendo a disposizione il suo personale, così da dare aiuto all’apparato amministrativo, specie nel settore patrimonio. In proposito il sindaco aveva affermato che “siamo in presenza, in sostanza, di una società che può dare un apporto notevole all’attività amministrativa del nostro Comune in notevoli campi, in diversi campi, in svariati campi, basta leggere l’art. 4 dello Statuto. Ma noi siamo in presenza di una società che può supportare il nostro organico amministrativo in diversi settori, e ricordo a tutti che, da questo punto di vista, è necessario essere abbastanza realisti. Noi abbiamo un organico che è al di sotto del 50% di quello che dovremmo avere”. O ancora quando sempre la fascia tricolore capuana afferma, sempre riferendosi ad “Agrorinasce”, “per me, ripeto, è un secondo apparato amministrativo che noi affianchiamo a quello nostro, al quale noi possiamo chiedere tutto quello che vogliamo sulle materie, ovviamente, che sono previste dallo Statuto e vi ho detto che sono tantissime” .
A fronte di questo giudizio del primo cittadino, la Corte dei Conti ritiene che “dalla nota integrativa al bilancio di esercizio (al 31.12.2022) della società, trasmessa dall’Ente a corredo della deliberazione, risulta (pag.4) che la struttura amministrativa (operativa) è composta da un dipendente dell’Ufficio Segreteria e monitoraggio beni confiscati mentre l’area Tecnica e stazione appaltante è composta da due collaboratori esterni (ma non si evince il tipo di collaborazione, il numero di ore e il termine della collaborazione), l’Area amministrativa e contabile conta su un dipendente e un collaboratore esterno (anche in questo caso non è indicata la tipologia contrattuale, il numero di ore e il termine della collaborazione), l’Area Cultura e Scuola conta su un collaboratore esterno (anche qui senza ulteriori specificazioni). Sempre dalla medesima nota integrativa si acquisisce l’informazione che, per volontà dei comuni aderenti, il CDA ha indetto due concorsi pubblici (per un impiegato di terzo livello per l’ufficio tecnico e per un dirigente tecnico con livello quadro quale coordinatore della stazione appaltante) ma che “l’esito dei due concorsi pubblici è stato insoddisfacente” per cui la società e gli Enti soci sono alla ricerca “di soluzioni alternative”. Da ciò si deduce, ragionevolmente, che anche la struttura amministrativa della società sia incompleta e abbisogni di personale per portare a termine i compiti assegnati”.
E pensare che, si legge nella premessa della ormai nota delibera di consiglio comunale n. 33, l’operazione che il Comune di Capua intendeva realizzare con l’ingresso nella società consortile Agrorinasce prendeva le mosse dall’analisi che la “ grave carenza di personale non consente un ottimale ed efficace gestione del patrimonio comunale con grave incidenza negativa anche delle entrate comunali e, pertanto, necessita attivare le procedure di adesione alla società partecipata onde poterne ricavare i servizi di cui all’articolo 4 dello Statuto societario in quanto resi unicamente per gli enti associati”.
Chiaramente il giudizio della Corte dei Conti è divergente rispetto al valore che la maggioranza consiliare ha voluto attribuire alla proposta presentata in consiglio comunale. Adesso bisognerà attendere le future mosse alla luce di questa deliberazione.