Attirato in trappola e ucciso per fare un favore agli alleati, indagati 4 ras del clan

VILLA LITERNO/CASAL DI PRINCIPE. Si dirada il mistero sull’assassinio di Gennaro Barba, strangolato a Villa Literno per aver spifferato ad un suo amico di essere finito nel mirino del clan che voleva uccidere. Invece a morire fu lui e la sua storia si intreccia con quella di altre due vittime, Antonio Russo e Sergio Bruno, la cui sentenza di morte fu eseguita a Pianura da affiliati del clan dei Casalesi per fare un favore agli alleati del clan Lago.

Nell’inchiesta su questa scia di sangue gli indagati sono quattro. Come ha rivelato Il Mattino, infatti, la Dda ha firmato la chiusura indagini nei confronti dell’ex boss Domenico Bidognetti, da tempo pentito, Vincenzo Cantiello, Carlo Tomaselli e Pasquale Vargas (collaboratore di giustizia).

A svelare dettagli sono stati, manco i dirlo, i due affiliati passati dalla parte dello Stato: Bidognetti e Vargas. Gli altri due indagati sono già reclusi in carcere. Secondo la ricostruzione dei pentiti Barba, di Pianura, fu condotto a Villa Literno e attirato in trappola. Un delitto cruento, ricostruito dopo 30 anni, visto che il cadavere di Barba fu trovato il 27 ottobre 1993. Le indagini hanno poi permesso di ricostruire anche i delitti di Russo e Bruno.

 

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