CASAL DI PRINCIPE. La camorra dei Casalesi puntava ad uccidere il magistrato Alessandro Milita. Ma l’attivita’ di indagine e il successivo arresto a carico di chi doveva compiere il delitto ha evitato che si compisse il piano. Giovanni Conzo, per anni pm antimafia a Napoli e oggi procuratore aggiunto alla Procura di Roma, è tornato sulla vicenda trapelata negli anni anche da dichiarazioni di collaboratori di giustizia nel corso del convegno ‘Il contrasto alle organizzazioni criminali e camorristiche: la disarticolazione del clan dei Casalesi e il modello Caserta”, promossa dalla presidente della Commissione speciale anticamorra e beni confiscati Carmela Rescigno.
“Durante un interrogatorio di un collaboratore di giustizia che aveva compiuto trenta omicidi, un ufficiale di polizia giudiziaria mi dice ‘dottore, lui vuole dirvi alcune cose ma non ha il coraggio di narrarvele’‘ ha riferito Conzo. “Io insisto e dico che deve dirmi tutto perche’ i collaboratori sono obbligati a riferire tutto cio’ che sanno” E cosi’, dopo un po’ di titubanza, il collaboratore si fa avanti e ne parla col magistrato: “A me un grosso imprenditore che gestiva rifiuti in provincia di Caserta ha offerto 500mila euro per uccidere il suo collega Milita” (oggi presente al convegno, ndr) ha spiegato Conzo.
“Io mi rifiutai perche’ non potevo uccidere un magistrato altrimenti avrei attirato l’ attenzione di tutte le forze dell’ ordine sui Casalesi. Ma dopo un po’ di tempo l’ imprenditore ritorno’ all’ attacco dicendomi di voler offrirmi un milione di euro per fare l’omicidio contro questo magistrato che mi ha fatto fare processi e mi ha fatto condannare. E io, di fronte a un milione di euro, accettai e stavo organizzando l’ omicidio”. Conzo gli ha chiesto quindi dell’ esito della vicenda. “E’ andata a finire che mi avete arrestato”.