Uccisa dal collega prima di cominciare la chemio: si stava riavvicinando al marito. Due comunità del Casertano in lutto

PIETRAMELARA/MARZANO APPIO. Si stava riavvicinando al marito dopo aver scoperto una patologia molto seria, Pierpaola Romano, la poliziotta originaria di Marzano Appio uccisa ieri a Roma dal collega, col quale aveva instaurato un forte legame affettivo.

Ieri la 45enne avrebbe dovuto cominciare il ciclo di chemioterapia come riferisce Roma Today, ma proprio questa fase critica della vita l’aveva spinta a riavvicinarsi di nuovo al marito, originario di Pietramelara, dopo anni di crisi. Una scelta personale che avrebbe meritato rispetto e vicinanza, ma che non è andata giù a Massimo Carpineti, che poi si è tolto la vita dopo averla uccisa.

Quartiere sotto choc

Prima gli spari, “leggerissimi, come uno sbattere di lenzuola”; poi quell’auto bianca in fuga e il corpo di Pier Paola a terra, sanguinante nell’androne del palazzo. Sono ancora sconvolti i vicini di casa della poliziotta uccisa dal collega in via Rosario Nicolò, una strada residenziale nell’estrema periferia est di Roma a due passi dal Raccordo anulare dove – tengono a ribadire gli abitanti del quartiere – vive gente tranquilla, tra cui decine di militari e appartenenti alle forze di polizia. “Conosciamo il figlio di Pier Paola – dicono due ragazzi che abitano nella zona – anche lui è un agente di polizia ed è in servizio al nord”. Anche il padre e marito della donna è un polizotto.

“È un pezzo di pane”, raccontano continuando a ripetere che quanto accaduto “è surreale: sembrava la scena di un film”. Purtroppo però non lo era. Pier Paola è stata raggiunta da tre proiettili nell’androne del palazzo. Nessuno avrebbe assistito alla scena, ma diversi condomini avrebbero sentito il rumore degli spari. “Come uno sbattere di lenzuola, leggerissimo”, dice Roberto. Ad allertare le forze di polizia è stata la vicina di casa della donna alle 11.25. Francesca, invece, che abita poco distante, non ha sentito nulla.

“Abito qua dietro, avevo pure il balcone aperto ma non ho udito niente”. Altri hanno pensato che “si trattasse di petardi esplosi”. Diversi abitanti del quartiere hanno poi visto una macchina bianca fuggire via subito dopo gli spari. E a poche decine di metri di distanza dal palazzo dove è avvenuto il femminicidio, nel parcheggio di via Nino Tamassia, è stata infatti ritrovata la Chevrolet bianca con all’interno il cadavere dell’aggressore, Massimiliano Carpineti, che si è ucciso utilizzando la stessa pistola con cui ha ammazzato Pier Paola.

“Mio nipote – racconta un uomo all’Ansa – passeggiava verso 12 proprio vicino all’auto, quando ha udito lo sparo e si è allontanato correndo”, racconta. “Stava andando da un amico”, continua, “ma non è andato a vedere, anche se è stato interrogato dalla polizia”. In questo dedalo di strade, un groviglio di palazzi simili tra loro, si stagliano parchi giochi e aree per cani. Tutti la descrivono come una zona residenziale e tranquilla, che non è San Basilio. C’è chi parla addirittura di un quartiere “militare”, poiché abitato soprattutto da poliziotti, finanzieri e carabinieri.

Un residente, Roberto, visibilmente scosso, dice: “Torraccia nasce per il controllo sulla borgata. Abbiamo quasi tutti parenti nelle forze dell’ordine”. Francesca, vicino a lui, interviene: “Non penseresti mai possa accadere proprio qua una cosa del genere. È una zona tranquilla ed era una famiglia tranquilla. Non ce lo aspettavamo”.

 

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