Allevatori al ministero, l’esito del faccia a faccia in 4 punti

COORDINAMENTO UNITARIO IN
DIFESA DEL PATRIMONIO BUFALINO

Aperto il Tavolo, si chiude con un successo questa ennesima fase della mobilitazione. Gli allevatori si preparano a smontare il Presidio alla Rotonda dell’Agnena ed a ricostituirlo altrove e in nuove forme
La mobilitazione prosegue per coinvolgere il territorio nell’azione necessaria a partecipare del progetto di rilanciare l’allevamento bufalino e Terra di Lavoro
approfondisci: https://altragricoltura.net/articoli/grazie-a-governo-parlamento-e-allevatori-ora-le-soluzioni-sono-al-tavolo/
Gianni Fabbris, a nome del Coordinamento Unitario in Difesa del Patrimonio, ringrazia il Governo, le forze parlamentari di maggioranza e opposizione, i dirigenti dei tre diversi ministeri, quelli dei tre diversi Istituti Zooprofilattici (Portici, Teramo e Brescia), le diverse organizzazioni e realtà sociali e sindacali, gli esperti di primo livello nazionale e internazionale che hanno partecipato ieri a quello che per il Coordinamento “E’ il primo passo per uscire e superare la crisi indotta dal fallimento di dieci anni di Piani di eradicazione della BRC e della TBC Bufalina in Provincia di Caserta che, nel mentre non hanno risolto i problemi sanitari, stanno mettendo in ginocchio un intero comparto strategico per l’agr0oalimentare italiano.

“Non era scontato che si arrivasse a questo incontro. Il Governo e il Parlamento hanno mostrato il volto della disponibilità al dialogo ed all’ascolto che la Giunta Regionale della Campania ha fin qui negato ma che, ancora una volta, sollecitiamo a dismettere le vesti della contrapposizione violenta per contribuire ad un percorso inevitabile di condivisione.”

Chiaro e largamente condiviso il giudizio emerso nella Riunione sul fallimento del Piano che possono essere riassunti nelle parole del dirigente del Ministero dell’Agricoltura intervenuto (un veterinario responsabile del benessere animale): “Siamo sconcertati, negli ultimi tre anni come Ministero Agricoltura abbiamo dato decine di milioni di euro alla Regione Campania senza che si risolvessero i problemi della BRC e della TBC che rimangono un problema sanitario ancora aperto. …..I problemi non si risolvono nascondendo la spazzatura sotto il tappeto ma affrontandoli e risolvendoli”.

I numeri e i dati emersi sono impietosi: nel 2007 la prevalenza della Brucella in Provincia di Caserta era al 17% e fu portata nel giro di pochi anni allo 0,8% grazie ad un intervento voluto e diretto dal Governo Nazionale che ne affidò al Centro di Referenza Nazionale di Teramo la gestione tecnico/veterinaria e sanitaria. Al contrario dal 2014 i Piani (passati alla responsabilità della Regione Campania) hanno riportato la BRC e la TBC a valori esplosivi, fino al dato impressionante del 19% toccato nel 2022. Il dato “vago e indefinito” riportato da un funzionario del Ministero della Salute per cui ci sarebbero dei “lievi segnali di miglioramento” sono sati da tutti gli interventi giudicati “inattendibili e ininfluenti rispetto ad un trend chiarissimo e consolidato nel tempo”

Ma, assunto il bilancio negativo di dieci anni di applicazioni di Piani che non hanno risolto le zoonosi mentre, parole del Prof. Vincenzo Caporale (uno dei massimi esperti mondiali di Brucellosi, già responsabile internazionale dell’OIE e commissario che risolse fra il 2007 e il 2011 la BRC in provincia di Caserta): “di questa malattia si sa praticamente tutto e risolverla richiede un periodo massimo di tre anni di applicazione dei protocolli ordinari”, ora il problema è superare la crisi e guardare al futuro.

Quattro le proposte sul Tavolo del Ministero e all’attenzione di tutto il Parlamento avanzate dal Coordinamento nell’incontro:

Discontinuità rispetto al passato. Il Presidente del Consiglio dei Ministri dichiari lo Stato di Emergenza ai sensi della Legge Nazionale sulla Protezione Civile con il mandato ad un Commissario di Giverno di risolvere ed eradicare la BRC e la TBC elaborando un Piano credibile, efficace e condiviso fondato sul rispetto dei protocolli ordinari e uscendo dall’approccio emergenziale tanto caro alla Task Force della Regione Campania e fin qui fallimentare. Lo Stato di Emergenza con la nomina del Commissario di Governo (altra cosa da quello nominato dalla Regione Campania che per imporre un Piano inattuabile ha chiamato un Generale in pensione) può essere il primo atto utile a ricostituire un clima di confronto, fiducia e collaborazione reso impossibile dalle bugie raccontate dalla Task Force della Regione Campania e dai suoi fallimenti in questi anni
Coinvolgimento pieno di tutti gli attori protagonisti della filiera produttiva (allevatori, contoterzisti, trasformatori artigianali e industriali, distributori, consorzio di tutela, consorzio di bonifica per le questioni ambientali, ecc..) ma anche della società a partire dai sindacati dei Lavoratori, dei Sindaci (le prime autorità sanitarie nel territorio) e dalle associazioni dei Consumatori. Questo pieno coinvolgimento può essere perseguito con un tavolo permanente di coinvolgimento presso il Ministero che accompagni il lavoro del Commissario
La base di queste due azioni, sia quella del Commissariamento che quella del tavolo di confronto e coinvolgimento, è il Documento approvato all’unanimità del Senato della Repubblica con il voto di tutte le forze politiche e il parere positivo del Governo che, fra l’altro, fissa come primo obiettivo il rispetto delle regole e degli ordinamenti comunitari a partire dalla applicazione della direttiva Europea 689/20 ù; in quell’Ordine del giorno sono fissati gli obiettivi fondamentali che possono permettere la ripartenza di un percorso condiviso su cui fondare il Nuovo Piano
A fianco dell’azione necessaria per eradicare la BRC e la TBC Bovina e Bufalina, per cui gli allevatori del territorio e tutte le realtà sociali e sindacali coinvolte nel Coordinamento si dichiarano pronte al sostegno ed alla collaborazione, occorre una forte iniziativa collaterale e parallela di rilancio dell’intero comparto. Una iniziativa cui devono impegnarsi il Governo Nazionale e il Parlamento sia per il valore strategico della filiera bufalina e del suo indotto nel panorama dell’Intero Agroalimentare italiano, sia perchè con una legge del 2002, la specie della Bufala Mediterranea è stata dichiarata “Patrimonio strategico per l’intero allevamento Italiano”. La proposta del Coordinamento è quella (all’interno di un Piano di rilancio) di costituire nel territorio Casertano un Centro di Ricerca, Sperimentazione e Valorizzazione della Bufala Mediterranea che approfondisca sia i temi della fisiologia della Specie Bufalina Mediterranea e le relazioni con l’ecosistema (temi mai oggetto di una seria e sistematica iniziativa) sia le strategie necessarie a tutelare e rilanciare dal punto di vista sociale, scientifico ed economico i suoi prodotti per cui oggi l’Italia può vantarsi di avere l’unico formaggio al mondo oltre i prodotti caseari ovini, caprini e bovini.
Preso atto che, finalmente, queste proposte sono oggi al tavolo istituzionale del Governo e del Parlamento, il Coordinamento (che aveva nei giorni scorsi invitato la Regione Campania a non disertare al confronto ma anzi a contribuirvi come è giusto che sia) esprime stupore per l’assenza all’incontro delle Organizzazioni Professionali di Categoria che siedono nel Tavolo Verde (Coldiretti, CIA, Confagricoltura e Copagri). Per il coordinamento è un gesto “inspiegabile” dovuto probabilmente alla necessità di non rompere i rapporti con la Regione Campania e/o con i dirigenti Regionali di quelle Organizzazioni. Commenta Gianni Fabbris: “Se ha persino una logica quella del Presidente De Luca che sceglie di non confrontarsi ritenendo di non dover/voler dare conto delle proprie responsabilità sia come Presidente della Regione che come Assessore alla Salute, non capiamo che interesse abbiano a non confrontarsi organizzazioni sindacali che hanno la propria legittimazione nel mandato che viene conferito dai propri iscritti. Gli allevatori Casertani (iscritti a quelle organizzazioni) hanno in questi mesi detto chiaramente cosa vogliono. Non solo lo hanno detto mettendo i trattori in strada e animando le manifestazioni ma, anche, producendo ben tre ricorsi che pendono al TAR contro il Piano. Ricorsi sottoscritti da circa trecento aziende (oltre la metà di quelle realmente attive sul territorio) e da diverse Associazioni. Fra le Associazioni sindacali che hanno depositato gli atti al TAR contro il Piano, vi è la Confagricoltura Provinciale di Caserta che, a quanto ci dicono, aveva deciso di partecipare al Tavolo Romano per portare la sua posizione ma che, sembra, abbia ricevuto una diffida dal Nazionale di Confagricoltura. Speriamo di sbagliare e di non aver capito bene ma, se fosse vero, sarebbe un danno pericolosissimo per la democrazia tutta e per la credibilità di quelle Organizzazioni Professionali che adottano questi comportamenti illiberali. Speriamo di aver capito male e attendiamo di sapere ma, nel frattrempo, sollecitiamo le Organizzazioni Professionali che, invitate al tavolo ministeriale, hanno scelto di non parteciparvi in spregio della correttezza istituzionale e della funzione sindacale, a recuperare un assetto di correttezza sia nei confronti delle Istituzioni che dei propri iscritti”.

L’Assemblea degli allevatori, che si è tenuta alle ore 12, preso atto della situazione, ha valutato come conclusa la fase della mobilitazione avviata nelle strade con il presisio alla Rotonda dell’Agnena ed agli altri che si sono realizzati nel territorio (Stazione di Villa Literno, Casello Autostradale di Capua, Ponte sul Garigliano) e con lo sciopero della fame messo in atto da Fabbris per una settimana, L’obiettivo era ottenere un Tavolo di Confronto con il Governo Nazionale e quello regionale e il Tavolo si è aperto al Ministero per quanto la Regione continui a sottrarsi e, dunque, il primo obiettivo è raggiunto.

“Nel mentre ringraziamo il Sottosegretario Gemmato per l’attenzione riservata alle richieste e i Parlamentari di maggioranza e opposizione che stanno con il loro impegno garantendo di tenere aperto il confronto democratico per facilitare le soluzioni. Annunciamo che questa sera 23 maggio 2023 dalle ore 19 sarà liberata la Rotonda dell’Agnena dal Presidio. La Mobilitazione comunque prosegue e nei prossimi giorni i presidi saranno ricostituiti con altre forme ed un altro obiettivo principale: quello di coinvolgere l’intero territorio nel lavoro di condivisione e di spinta necessario a sostenere il Governo ed il Parlamento nella messa in campo dei passaggi necessari a risolvere la crisi: la Dichiarazione di Stato di Emergenza da parte del Presidente del Consiglio Meloni con la conseguente nomina del Commissario di Governo e la messa in Campo di un Tavolo permanente di confronto allargato e aperto a tutti i soggetti portatori di interesse e responsabilità per sostenerne l’azione”

L’Assemblea si è aggiornata alle ore 18 per decidere le forme dei prossimi giorni di mobilitazione e l’agenda delle iniziative

 

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