Punizione severa per tutti i colonnelli del ras Filippo ‘o Cervinaro

San Felice a Cancello. Con la sentenza di lunedì scorso del gup Discepolo del tribunale di Napoli la DDA ha inferto un duro colpo a tutto l’establishment di Filippo Piscitelli.

Colpiti con condanne esemplare gli uomini vicini al ras, molti suoi familiari e storici fiancheggiatori, come i Cimmino, detti i Lazzariell, padre e figlio si sono beccati rispettivamente 7 anni e 4 e 6 anni e mesi 10.

Eppure non sempre con i Cimmino le cose andavano bene, nonostante l’assidua frequentazione il ras non aveva fiducia in Antonio Cimmino:

“Non è affidabile in quanto non vuole prendersi responsabilità, ha paura”.

Il ras diceva che Cimmino voleva il regalo per i clienti che gli ha trovato indicandogli dove stanno: “Ma non è così che funziona”.

Insomma tantissimi i sotterfugi e soprattutto diverse le intercettazioni che hanno riguardato i due dei Ponti Rossi.

Anche su queste figure nel corso dei nostri articoli post retata avevamo sottolineato in modo chiaro il loro ruolo determinante, d’altronde basta leggersi le carte per comprendere.

Il fratello detto ‘o slavo

Il fratello maggiore di Filippo, Salvatore si è beccato 9 anni, qualcosina in meno del figlio Antonio ’88 alias ‘o nano, il cui ruolo di tuttofare merita un approfondimento a parte.

Nel settembre 2019 Filippo si sente invincibile, è stato scarcerato da 4 mesi ed è nel punto più alto della sua attività, infatti si allarga in modo esponenziale nella zona caudina. Vuole dominare, è pronto a tutto anche alla guerra con i sanfeliciani.

In una intercettazione emergono anche i rapporti con i Pagnozzi.
Il 53enne si vanta di aver guadagnato 4 mila euro sui 12 mila che i Pagnozzi avevano sganciato per acquistare droga dalle mani del fratello, Salvatore alias ‘o Slavo. Questa è una prova importante della compartecipazione all’attività del germano. In auto con il ras ci sono il nipote Antonio alias il nano e Domenico, tanto per cambiare si parla anche di pistole.
Piscitelli è gasatissimo e dice che ora chi vuole lavorare con lui gli deve dare i soldi, perché lui sta vendendo ad un prezzo molto conveniente.
A dare maggiori indizi alla compartecipazione dello slavo c’è una conversazione del 18 dicembre 2019 tra i due nella quale Filippo chiede a Salvatore le chiavi dell’abitazione materna in località San Marco Trotti con il chiaro intento di utilizzarla come centro di smistamento per la droga. E qui emerge anche un canale di rifornimento albanese per accaparrarsi ancora più droga da immettere sul territorio.

Un coinvolgimento totale quello della famiglia, gli unici ad uscire puliti sono stati la nuora arienzana, assolta, così come il genero Alfonso Morgillo da Polvica, titolare di un bar. Per entrambi il pm aveva chiesto anni 8.

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I verdetti

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