Ucciso per gelosia, carabiniere chiede scarcerazione: “Non può stare in cella”

Teano/Carinola/Capua. “Il suo quadro clinico non è compatibile col carcere”. Si è basata su quest’aspetto la richiesta di scarcerazione perorata ieri al tribunale del Riesame di Roma dai legali del carabiniere Giuseppe Molinaro, accusato dell’omicidio del rivale in amore Giovanni Fidaleo e del ferimento dell’ex Miriam Mignano.

I legali hanno chiesto la revoca della detenzione in cella per motivi di salute e la perizia psichiatrica: l’appuntato, originario di Teano e in servizio a Carinola, è attualmente detenuto nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere.

La confessione

Nel corso dall’interrogatorio di garanzia svolto davanti al Gip, Molinaro, alla presenza dei difensori Giampiero Guarriello e Paolo Maria Di Napoli, ha confermato quanto raccontato ai carabinieri di Capua poche ore dopo il delitto, ovvero che era andato all’hotel di Fidaleo per chiarire “una volta per tutte” l’incrocio di carattere sentimentale che li coinvolgeva entrambi e che vedeva al centro la 31enne Mignano.

Molinaro e la donna, ha raccontato il carabiniere, si erano infatti incontrati nel parcheggio dell’albergo, dove ognuno era arrivato con la propria auto. Proprio la 31enne ha suonato il campanello della struttura ricettiva. Molinaro ha riferito che quando Fidaleo lo ha visto, ha preso una spranga, così lui non ci ha visto più e ha sparato vari colpi con la sua pistola di ordinanza, che hanno ferito mortalmente Fidaleo; la Mignano ha provato a fermare Molinaro strattonandolo, il militare si è girato sparando e colpendo la 31enne.

 

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