Il casaro e i suoi tampinati dai carabinieri: fuga dalla pizzeria

San Felice a Cancello. Cesare Martone il mastro casaro pusher condannato lunedì scorso ad oltre 10 anni di reclusione era a capo di una gang di spacciatori.

Il 29 gennaio 2020 nel pieno delle indagini della compagnia di Montesarchio, viene intercettato mentre è a bordo dell’auto assieme alla compagna.

Sono le 23 di sera e il commerciante di Talanico si lamenta con gli uomini della sua gang in merito alla presenza delle forze dell’ordine.

Martone sbraita così: “Questi vedono guardie ovunque ed io non li vedo, mah, quando uscivo io (a spacciare) non avevo mai problemi”.

Cesarione si lamenta della scarsa efficienza dei suoi collaboratori. In particolare sulle loro tracce c’era un carabiniere della compagnia, li teneva tutti puntati.

Qualche giorno dopo sarà proprio lui ad incappare sempre nella stessa macchina dei militari dell’Arma. Avendo compreso che i suoi erano dei paurosi il mastro il 6 febbraio 2020 si reca presso la pizzeria di un cliente a Cervinara.

Non fa nemmeno in tempo a parlare col pizzaiolo che scorgono la Panda dei carabinieri Montesarchio. Allora Cesare che è in auto con uno dei soggetti che sono stati assolti nel procedimento, si fionda giù verso l’Appia e scende fino ad Arienzo e intanto avvisa gli altri.

Arrivano fino a fuori il pub e in un’aiuola nasconde la droga destinata a quello di Cervinara. Salvatore Quartara lo telefona dicendo che sta commettendo un errore, quel punto è pieno di telecamere.

Martone aveva messo su un giro abbastanza ampio di spaccio, tra i clienti che acquistavano la bombazza da lui c’erano commercianti e anche alcuni professionisti della zona caudina, tra questi un professore di Rotondi.

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