Poliziotto muore dopo colpo fatale con la pistola d’ordinanza: lascia moglie e 2 figli. FOTO

L’AGGIORNAMENTO

AVERSA. Felice Scuotto era in servizio nel carcere napoletano di Secondigliano, sposato con due figli, si è tolto la vita con l’arma di ordinanza nella sua abitazione a Aversa.

“Era un ragazzo sorridente e solare, nulla faceva presagire la tragedia”, dice il segretario del Sappe Donato Capece, ricordando che il dramma dei suicidi dei poliziotti “va avanti da tempo senza segnali di attenzione da parte del Ministero della Giustizia e del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria“. Dall’inizio dell’anno quattro sono stati i poliziotti suicidi, tre dei quali in Sicilia, lo stesso numero dell’intero 2022., e poco meno del totale registrato nel 2021 (5) e nel 2020 (6). Il 2019 l’anno sinora più tragico con 11 poliziotti che si sono tolti la vita . Numeri “sconvolgenti”, per il sindacato che chiede “soluzioni concrete per il contrasto del disagio lavorativo” , a partire da un’apposita direzione medica della Polizia Penitenziaria, composta da medici e da psicologi impegnati a tutelare e promuovere la salute di tutti i dipendenti dell’Amministrazione “. 

IL PRIMO LANCIO

AVERSA. “La spirale di morte che investe le carceri italiane non accenna a placarsi. Dopo gli 84 suicidi fra i detenuti e i 5 fra gli appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria dell’anno scorso, stamattina un poliziotto in servizio al carcere napoletano di Secondigliano e originario di Aversa, quarantatreenne, dopo aver espletato il turno notturno, si è tolto la vita sparandosi con l’arma d’ordinanza. Ammontano già a 11, invece, i detenuti che hanno volontariamente messo fine alla propria esistenza nel corso del 2023”.

Ne dà notizia Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria. “Quello dei suicidi nelle forze dell’ordine e, particolarmente, nel Corpo di polizia penitenziaria, la cui incidenza è notevolmente superiore che nella restante popolazione, è un fenomeno che necessita di essere investigato compiutamente e affrontato concretamente. Peraltro, non riteniamo affatto sufficienti le iniziative e i supporti, anche di natura psicologica, finalizzati a intercettare a valle il disagio, ma reputiamo necessari e non più rinviabili interventi a monte che lo prevengano.

Ciò si può realizzare, in primis, ‘umanizzando’ le condizioni di lavoro anche attraverso il rispetto dei diritti e delle prerogative contrattuali, che rappresentano una vera e propria chimera per la gran parte degli appartenenti alla Polizia penitenziaria, e l’efficientamento del fallimentare sistema d’esecuzione penale, in particolare carcerario, anche per prevenire disorientanti fenomeni di dissonanza cognitiva. Certo, non vogliamo strumentalizzare e sappiamo che a un gesto estremo come il suicidio possono concorrere una serie di concause. Siamo tuttavia convinti che il servizio espletato e la ‘violenza’ delle esperienze spesso vissute e subite siano fra esse. Saremmo peraltro molto curiosi di sapere cosa ne è stato dell’Osservatorio permanente interforze sui suicidi tra gli appartenenti alle forze di polizia costituito dall’allora Capo della Polizia Gabrielli nel febbraio 2019, ma di cui non abbiamo avuto alcuna ulteriore notizia”, aggiunge il Segretario della UILPA PP.

“Per il momento, nostro malgrado, non rimane che stringerci attorno al dolore dei congiunti del collega tragicamente scomparso, che lascia la moglie e due figli in tenera età”, conclude De Fazio.

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