Santa Maria a Vico. Del caso dell’ex consigliere comunale di Reggio Emilia, Carmine De Lucia, originario della frazione San Marco di Santa Maria a Vico, ne parla oggi un articolo dello storico quotidiano Il Resto del Carlino.
Ad oggetto la revoca della concessione del lotto di loculi del cimitero al reggiano, ufficializzata venerdì scorso in consiglio comunale dal sindaco Andrea Pirozzi.
Proprio quest’ultimo è stato raggiunto al telefono dalla collega del giornale emiliano e ha rilasciato queste dichiarazioni: “Quando siamo venuti a conoscenza dell’inchiesta, abbiamo avviato verifiche a tappeto – ha detto il sindaco Pirozzi -. Sul lotto in concessione a Carmine De Lucia, abbiamo controllato fino ai parenti di terzo grado, che possono usare quei loculi: è emerso che non c’è attinenza tra otto defunti sepolti in quel modulo e il suo nucleo familiare. Così abbiamo notificato il 17 febbraio a De Lucia l’avvio del procedimento amministrativo per la revoca dell’intero lotto cimiteriale a lui assegnato. Ora lui ha 30 giorni per presentare al Comune le sue considerazioni difensive”.
Il regolamento di polizia mortuaria di Santa Maria a Vico prevede che “la famiglia del concessionario è da intendersi composta da ascendenti e discendenti in linea retta e collaterale fino al sesto grado, ampliata agli affini fino al quarto grado”. E che “hanno diritto all’uso della sepoltura anche persone che non risultino legate in uno di questi modi, purché autorizzate da lui”.
Nell’articolo, sempre dall’ottica Carmine De Lucia si parla in modo particolareggiato anche dell’inchiesta cimitero, con riferimenti al clan Massaro e al referente Mimmariello Nuzzo, attualmente detenuto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. Oramai il nome del ras sammarchese è diventato conosciuto anche in Emilia, così come quello della cosca dei ‘pecurari’, da noi ribattezzata, come giusto che sia 2.0.