Santa Maria a Vico. Per inquadrare chiaramente l’indagato in relazione alla sua storia e alle malefatte precedenti gli inquirenti della DDA di Napoli hanno chiaramente ribadito che Domenico Nuzzo alias Mimmariello era un esponente del clan Massaro di lungo corso.
Negli atti dell’indagine sono riportate diverse vecchie escussioni degli storici collaboratori di giustizia del clan Massaro, tra cui alcune di quello che per anni fu il leader, Francesco Massaro classe ’75, detto Franchino.
Ecco cosa dice il pentito su Mimmariello, a proposito delle estorsioni ad un mobilificio sulla Nazionale Appia a Santa Maria a Vico che pagava il clan dal 1995: “Nel 2004 inoltre il ritiro della somma fu effettuato anche da Nuzzo Piscitelli Domenico detto mimmariello”.
Si trattava secondo il Massaro della somma di 3 milioni di lire 3 volte l’anno (Natale, Pasqua e Ferragosto).
Poi a proposito dell’estorsione ad un distributore di benzina ubicato sempre sull’Appia, in tenimento caudino prima del ponte di ferro, Francesco Massaro ha dichiarato: “Pagava 4 milioni di lire tre volte l’anno dal 1998. Nel tempo i soldi sono stati ritirati da Mario Montefusco. Michele Rivetti, Bartolomeo Massaro e Nuzzo Domenico Piscitelli”.
Ecco quando Massaro lo colloca attivo nel clan: “Conosco Nuzzo Piscitelli Domenico il quale a partire dal 2002 è affiliato al clan e si occupa delle estorsioni come ho già riferito. Non so se disponga di armi. Per suo tramite nel 2002 ho acquistato una pisola ca.l. 7.65, da un nipote di Francesco Massaro ’55, del quale non ricordo il nome. Nuzzo ha effettuato anche delle estorsioni a Recale, inoltre si occupa di spaccio di cocaina che viene spacciata al dettaglio dai Piscitelli, dai Sazioni e da quelli di Talanico”.
In effetti questa ultima definizione è andata avanti nel tempo, è stata duratura, Mimmariello è presente nelle intercettazioni con i sazioni di Alessio Biondillo, arrestati nel 2021 e con i Cervinari di Filippo, acciuffati poco meno di un anno fa.