CASAL DI PRINCIPE. Il tribunale del Riesame ha rigettato la richiesta di applicazione della misura cautelare del divieto di dimora nel comune di Casal di Principe per i 33 Lsu e per quattro dirigenti comunali (Vincenzo Cenname, Francesca Nugnes, Enrico Pignata, Giovanni Palmiro Cosentino). Secondo la Procura mancavano gravi indizi di colpevolezza per far scattare la misura.
Gli indagati furono coinvolti nell’inchiesta sulla truffa degli Lsu del Comune di Casal di Principe pagati per lavori mai svolti. L’accusa è di abuso d’ufficio. In totale fu requisita una somma complessiva di circa 168.000 euro.
L’attività investigativa diretta dalla Procura di Napoli Nord ha interessato la gestione dei Lavoratori Socialmente Utili (LSU) da parte di alcuni appartenenti all’Amministrazione Comunale, di cui si ipotizza una responsabilità nell’anomala programmazione e registrazione del servizio e nelle illecite retribuzioni corrisposte a costoro.
Nel corso dell’indagine, si e appurato che l’Amministrazione ha erogato in modo illegittimo somme di denaro per ore di lavoro mai prestate, che venivano comunicate dagli stessi lavoratori ai loro referenti senza un effettivo controllo sia della presenza che delle prestazioni rese. Gli operai venivano altresì impiegati senza la prevista pianificazione delle attività.
Tra i lavoratori indagati, vi sono un soggetto che, pur producendo certificazione medica di malattia, svolgeva attività lavorativa in un bar di Casal di Principe e un altro che, pur se collocato in pensione, continuava a prestare servizio negli Uffici Comunali, percependone il relativo compenso.
Si contestano, a vario titolo, i reati di truffa aggravata ai danni dello Stato, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, false attestazioni per dipendenti delle amministrazioni pubbliche e l’abuso d’ufficio.