Scandalo in ospedale, intercettazioni salvano 36 da processo bis

CASERTA. La Corte di Appello di Napoli ha rigettato il ricorso del pubblico ministero della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere confermando il proscioglimento per la vicenda delle false attestazioni per i servizi all’ospedale.

All’origine della decisione il fatto che le intercettazioni non potevano essere utilizzate. Si salvano, infatti, dalle accuse Grazia Laura Saudella di Caserta; Angelina Feola di San Nicola la Strada; Andrea Schettino di Caserta; Domenico Valentino di Piana di Monte Verna; Giovanni Bamundo di Casal di Principe; Donato Ferraiuolo di Caserta; Margherita Agresti di Caserta; Fabio Ventresino di Napoli; Michele Tarabuso di Caserta; Antonella Sommese di Nola; Paola Carli di Portici; Pasquale Ragosta di Ottaviano; Giuseppe Salzillo di Portico di Caserta; Alberto Tessitore di Macerata Campania; Danilo Lisi di Caserta; Giuseppe Napolitano di Nola; Vincenzo De Angelis di Casagiove; Carla Casella di Caserta; Massimo Del Grosso di Caserta; Pasquale Manica di Falciano del Massico; Nicola Giaquinto, di Caserta; Orlando Cesarini di Alife; Luca Pagano di San Cipriano d’Aversa; Pasquale Picazio di Caserta; Bartolomeo Festa di Sessa Aurunca; Luigi De Angelis di Caserta.

Il processo nato è nato dall’indagine sulla false verifiche degli appalti all’ospedale di Caserta, che aveva portato all’arresto nel luglio del 2017 di pezzi da novanta, coinvolgendo in totale 36 persone, tra funzionari, dipendenti della struttura e imprenditori.

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