Blitz contro i Bidognetti, ricercato si presenta in caserma: era in Svizzera

CASAL DI PRINCIPE/CASTEL VOLTURNO. Un’altra tessera del mosaico è stata inserita. Uno dei ricercati nella maxi operazione contro i Bidognetti, Giuseppe Spada, si è costituito nelle scorse ore ai carabinieri.

Il 48enne che nelle oltre 200 pagine dell’ordinanza viene ribattezzato come o’ Zingaro, si è presentato alla caserma di via degli Artisti insieme al suo legale Tammaro Diana per farsi notificare l’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Nel provvedimento a Spada è contestata l’estorsione a una ditta dedita alla lavorazione del ferro con sede a Castel Volturno in qualità di esecutore materiale.

Stando a quanto emerso Spada non sfuggì alla cattura, ma al momento del blitz si trovava in Svizzera dove si era trasferito. In totale furono 37 le misure eseguite una settimana fa dai carabinieri del nucleo investigativo di Caserta.

La nota

I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Aversa, nel corso della serata di ieri, hanno tratto in arresto, in esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Napoli su richiesta della locale DDA, SPADA Giuseppe, cl. 74 di Villa Literno, di fatto domiciliato in Svizzera.

L’uomo, irreperibile al momento dell’esecuzione dell’operazione di p.g. eseguita dagli stessi militari dell’Arma il 22 novembre u.s., è stato prelevato alla stazione ferroviaria di Napoli, dove era appena giunto in treno proveniente dal nord Italia. L’arrestato è stato associato presso la casa circondariale di Napoli Secondigliano (Na), a disposizione dell’ Autorità Giudiziaria.

L’indagine

Nell’arco di oltre tre anni di investigazioni, è stata accertata l’operatività delle fazioni Bidognetti e Schiavone documentando una pluralità di reati fine che sarebbe stata posta in essere da soggetti riferibili al consesso criminale casalese, che, a oggi, conserverebbe una struttura piramidale ben definita.

L’attività ha consentito di appurare, tra l’altro:

Oltre al reato associativo, a carico di esponenti delle due fazioni sono stati contestati reati fine quali estorsioni in danno di numerosi operatori commerciali (al fine di piegarne la volontà, un imprenditore sarebbe stato attinto alle gambe da colpi d’arma da fuoco), traffico di sostanze stupefacenti e contestuale controllo dell’attività di cessione di droga realizzato da terzi soggetti, che sarebbero stati costretti a versare denaro a esponenti del Clan per garantirsi la gestione  delle piazze di spaccio.

 

 

 

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