Schiavone-Bidognetti, 37 arresti: ecco i primi nomi e le foto. In manette i figli del boss

CASAL DI PRINCIPE/PARETE/GIUGLIANO. Il clan Bidognetti è stato nuovamente decapitato partendo dai legami di sangue. Ci sono infatti tre figli del boss Francesco Bidognetti, detto Cicciotto ‘e Mezzanotte, tra i 37 destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare notificata dal nucleo investigativo di Caserta: tra gli indagati figurano, infatti, Katia, Teresa e Gianluca Bidognetti (nella foto). Nanà, soprannome del più piccolo dei figli del vecchio padrino, era recluso a Terni e sarebbe presto uscito: la Dda ha anticipato i tempi e disposto un nuovo provvedimento. Coinvolto anche un altro familiare convivente di una delle sorelle.

Indagati anche vecchi colonnelli della fazione come Lanza e Garofalo. Molte ordinanze sono state eseguite tra Parete, Giugliano e Casal di Principe. All’operazione era presente anche l’inviato del programma tv di Italia 1 Le Iene Giulio Golia.

Seguono aggiornamenti

IL PRIMO LANCIO

Agro Aversano. Nelle prime ore della mattinata, i Carabinieri del Comando Provinciale di Caserta, a conclusione di una complessa e articolata attività investigativa coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura di Napoli, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare (in carcere ed agli arresti domiciliari) emessa dal Tribunale di Napoli -Sezione del Gip – nei confronti di 37 soggetti, tra cui elementi di spicco del Clan dei Casalesi – fazioni Schiavone e Bidognetti.

Nell’arco di oltre tre anni di investigazioni, è stata accertata l’operatività delle citate fazioni documentando una pluralità di reati fine che sarebbe stata posta in essere da soggetti riferibili al consesso criminale casalese (fazioni BIDOGNETTI e SCHIAVONE), che, a oggi, conserverebbe una struttura piramidale ben definita.

L’attività ha consentito di appurare, tra l’altro:

 

Oltre al reato associativo, a carico di esponenti delle due fazioni sono stati contestati reati fine quali estorsioni in danno di numerosi operatori commerciali (al fine di piegarne la volontà, un imprenditore sarebbe stato attinto alle gambe da colpi d’arma da fuoco), traffico di sostanze stupefacenti e contestuale controllo dell’attività di cessione di droga realizzato da terzi soggetti, che sarebbero stati costretti a versare denaro a esponenti del Clan per garantirsi la gestione  delle piazze di spaccio.

 

Il provvedimento eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e quindi presunte innocenti fino a sentenza definitiva.

 

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