Roma. A pochi mesi dall’insediamento del nuovo governo, iniziano già i primi cambiamenti economici strutturali.
In campagna elettorale, la Meloni gridava ai quattro venti di voler modificare il reddito di cittadinanza, e lo sta facendo, senza perdere tempo, difatti nella prossima legge di bilancio che andrà in vigore da giugno il reddito non sarà più il “metadone di stato” così definito dalla stessa Meloni, ma sarà erogato solo per 36 mesi con diminuzione a partire, dopo i primi 18 mesi.
Vedranno togliersi il reddito di cittadinanza i percettori identificati come “occupabili”, cioè coloro i quali sono tenuti alla sottoscrizione del Patto per il Lavoro, attraverso l’adesione a percorsi di inserimento al lavoro con azioni di formazione, orientamento, accompagnamento al lavoro. Invece per tutti gli altri, cioè la platea di disabili, anziani e non autosufficienti che costituiscono circa il 70 per cento del totale, non
ci saranno cambiamenti. Nel mirino del governo è stata, fin dal primo momento, la platea degli
“occupabili”, spesso oggetto delle contestazioni da parte del premier perché identificati con “coloro che sono in
grado di lavorare”.
La grande modifica apportata dal nuovo governo sarà proprio l’inserimento di corsi di formazione per i percettori, siccome le richieste e le domande di lavoro sono esistenti bisogna creare e fare in modo che ci sia l’opportunità di creare lavoratori qualificati, in grado di potersi fare spazio nel mondo del lavoro.
Per il Premier, inoltre, bisogna verificare i (non oriundi) percettori del reddito che in Italia si quantificano in circa 68mila794 individui, ovvero il 12,6%. Quindi si andrà al controllo di quanti di questi, risiedono realmente in Italia.