SAN NICOLA LA STRADA/MADDALONI. Dovevano sottoporsi a un vero e proprio rituale iniziatico coloro che volevano entrare a far parte dell’Ordine di Hagal, associazione sovversiva, di stampo neonazista, negazionista e suprematista, decapitata ieri dalla Polizia di Stato che ha arrestato quattro persone tra cui il presidente e il vice presidente. Secondo quanto è emerso durante le indagini della Digos di Napoli, gli aspiranti adepti, verosimilmente sotto l’effetto di sostanze psicotrope, dovevano recitare preghiere e invocare divinità pagane.
Il tutto, secondo la documentazione sequestrata dagli investigatori, doveva avvenire nello spiazzo antistante una chiesa sconsacrata dove venivano recitate preghiere e invocazioni al dio della mitologia nordica Odino. Il “rituale iniziatico de “L’Ordine Sacro di Hagal – Patto Sacro di Hagal” avveniva, tra l’altro, alla presenza del simbolo nazista del Sole Nero e il richiamo all’ora 18:18, in cui il numero 1 richiama la lettera A e il numero 8 richiama la lettera H, iniziali di Adolf Hitler.
Ciononostante l’Ordine di Hagal si presentava come una vera e propria associazione formale, con tanto di atto costitutivo e sede, a San Nicola La Strada. Come tutte le associazioni era prevista un’iscrizione e il pagamento di apposita quota (pari a 30 euro). Però era necessario un congruo periodo di partecipazione e formazione prima di iniziare a scalare la gerarchia dei soci che venivano suddivisi in ben cinque categorie.
Gli aderenti, chiamati anche “adepti” dovevano aderire al regolamento interno dell’Ordine, come da statuto, impegnandosi a un voto di segretezza verso l’esterno e anche verso lo stesso Ordine. Bisognava compilare un questionario, rispondere a nove domande chiave, e gli adepti venivano prescelti dal vertice come accade nei gruppi a connotazione religiosa solo dopo che ne era stata testata la formazione e la “fede”: ai suoi seguaci veniva chiesto di contrapporsi ai “nemici’ (gli ebrei, ma anche gli stranieri) fino a “morire per la causa”.
E’ un ucraino di Termopil, si chiama Anton Radomsky e ha 27 anni l’indagato irreperibile destinatario di una misura cautelare in carcere emessa dal gip di Napoli Federica de Bellis nell’ambito dell’indagine sull’associazione con finalità di terrorismo di matrice neonazista, suprematista e negazionista, sgominata oggi dalla Polizia di Stato. Il 27enne ha trascorso lungo tempo nel Napoletano e poi è tornato nel suo Paese. Gli inquirenti gli contestano compiti esecutivi nell’ambito dell’organizzazione, come l’addestramento militare degli associati e il reclutamento.
La stessa misura cautelare è stata emessa dal giudice anche nei confronti di Maurizio Ammendola (nella foto), 43 anni, maddalonese e presidente dell’associazione finita sotto inchiesta, l’Ordine di Hagal, Michele Rinaldi, 47 anni, vice presidente, Massimiliano Mariano, 46 anni (che si occupava di indottrinamento) e Gianpiero Testa, 25 anni, amico di Radomsky, che si occupava di procacciare proseliti, escursioni e riunioni. Nei confronti di Fabio Colarossi, 36 anni, il gip ha invece disposto la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria di Roma.