Blitz contro l’estrema destra, irreperibile un indagato: “E’ a combattere in Ucraina”. TUTTI I NOMI

MADDALONI. E’ irreperibile uno dei dieci indagati nell’ambito dell’operazione della Polizia di Stato, coordinata della procura di Napoli che ha sgominato un’associazione a delinquere con finalità terroristiche. L’uomo, di cui non sono state rese note le generalità, si trova attualmente in Ucraina e dall’attività investigativa è emerso che era in contatto con il battaglione Azov, attualmente impegnato nel fronteggiare l’invasione russa.

La circostanza è stata resa nota dal dirigente della Digos di Napoli Antonio Bocelli. All’esito delle perquisizioni, una trentina, ancora in corso, altri potrebbero essere iscritti nel registro degli indagati.

Tutti i nomi

E’ un ucraino di Termopil, si chiama Anton Radomsky e ha 27 anni l’indagato irreperibile destinatario di una misura cautelare in carcere emessa dal gip di Napoli Federica de Bellis nell’ambito dell’indagine sull’associazione con finalità di terrorismo di matrice neonazista, suprematista e negazionista, sgominata oggi dalla Polizia di Stato. Il 27enne ha trascorso lungo tempo nel Napoletano e poi è tornato nel suo Paese. Gli inquirenti gli contestano compiti esecutivi nell’ambito dell’organizzazione, come l’addestramento militare degli associati e il reclutamento.

La stessa misura cautelare è stata emessa dal giudice anche nei confronti di Maurizio Ammendola, 43 anni, di Maddaloni e presidente dell’associazione finita sotto inchiesta, l’Ordine di Hagal, Michele Rinaldi, 47 anni, vice presidente, Massimiliano Mariano, 46 anni (che si occupava di indottrinamento) e Gianpiero Testa, 25 anni, amico di Radomsky, che si occupava di procacciare proseliti, escursioni e riunioni. Nei confronti di Fabio Colarossi, 36 anni, il gip ha invece disposto la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria di Roma.

Perquisita libreria

Figura anche una libreria di Avellino, il cui titolare è Franco Freda, estremista neofascista condannato per associazione sovversiva, tra le location sottoposte a perquisizione della Digos di Napoli nell’ambito dell’indagine sull’associazione con finalità di terrorismo di matrice neonazista, suprematista e negazionista “Ordine di Hagal”. Secondo quanto si è appreso durante le perquisizioni non sarebbe stato sequestrato materiale utile all’indagine.

Nel corso delle indagini è emersa – da parte dell’associazione – la volontà di promuovere di un “Nuovo Ordine Mondiale” e l’auspicio di un ritorno al passato con la rinascita della razza ariana, tesi ispirate anche agli scritti e ai discorsi del gerarca nazista Joseph Goebbels. Nei post analizzati dagli inquirenti ricorre il vilipendio degli ebrei i quali, secondo l’Ordine di Hagal – si legge nell’ordinanza – “attraverso propri esponenti in controllo dei gruppi televisivi, avrebbero avviato un ‘programma’ che scientificamente e subdolamente sarebbe diretto a manipolare e influenzare le menti sin da quelle dei bambini e, attraverso l’utilizzo delle testate giornalistiche inculcherebbe nei giovanissimi un ‘pensiero unico’ di un mondo a ‘colori’ in cui vi sarebbe l’accettazione di fenomeni ‘criminali’ o ‘vergognosi’ come l’omosessualità e la mescolanza delle razze”. 

Perquisita una libreria

Figura anche una libreria di Avellino, il cui titolare è Franco Freda, estremista neofascista condannato per associazione sovversiva, tra le location sottoposte a perquisizione della Digos di Napoli nell’ambito dell’indagine sull’associazione con finalità di terrorismo di matrice neonazista, suprematista e negazionista “Ordine di Hagal”. Secondo quanto si è appreso durante le perquisizioni non sarebbe stato sequestrato materiale utile all’indagine. Nel corso delle indagini è emersa – da parte dell’associazione – la volontà di promuovere di un “Nuovo Ordine Mondiale” e l’auspicio di un ritorno al passato con la rinascita della razza ariana, tesi ispirate anche agli scritti e ai discorsi del gerarca nazista Joseph Goebbels.

Nei post analizzati dagli inquirenti ricorre il vilipendio degli ebrei i quali, secondo l’Ordine di Hagal – si legge nell’ordinanza – “attraverso propri esponenti in controllo dei gruppi televisivi, avrebbero avviato un ‘programma’ che scientificamente e subdolamente sarebbe diretto a manipolare e influenzare le menti sin da quelle dei bambini e, attraverso l’utilizzo delle testate giornalistiche inculcherebbe nei giovanissimi un ‘pensiero unico’ di un mondo a ‘colori’ in cui vi sarebbe l’accettazione di fenomeni ‘criminali’ o ‘vergognosi’ come l’omosessualità e la mescolanza delle razze”. 

 

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