Spaccio e divise sporche, agente portato a S. Maria: è stato interrogato

 

SANTA MARIA CAPUA VETERE. Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere due dei tre poliziotti arrestati tre giorni fa con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e cessione di sostanze stupefacenti e psicotrope e, tra gli altri, corruzione, peculato e falso in atto pubblico. Stamane davanti al gip del Tribunale di Catania, Sebastiano Di Giacomo Barbagallo, interrogatorio per Rosario Salemi, 51 anni, già in quiescenza; e Giuseppe Iacono, 58 anni, in servizio alla Polfer di Siracusa, entrambi difesi dall’avv. Sebastiano Troia.

I due, in collegamento rispettivamente dal carcere di Caltagirone e dal carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, hanno scelto di non rispondere.

E’ durato invece oltre due ore l’interrogatorio del vice ispettore di Polizia Claudia Catania, 54 anni, difesa dall’avv. Sergio Fontana. La Catania, che si trova agli arresti domiciliari, avrebbe rigettato tutte le accuse chiarendo la sua posizione. Rispondendo alle domande del pm Sorrentino della Dda e del gip avrebbe chiarito ogni dettaglio sulla sua posizione spiegando in modo compiuto i vari episodi. Anche il quarto arrestato Vincenzo Santonastaso, 51 anni di Noto, unico non appartenente alle forze dell’ordine, si è avvalso della facoltà di non rispondere.

Secondo l’inchiesta della Dda di Catania e della Procura di Siracusa i poliziotti “avrebbero contribuito a rifornire abitualmente le piazze di spaccio in virtù del rapporto illecito creato con due esponenti di spicco delle associazioni criminali, poi divenuti collaboratori di giustizia”. Secondo gli inquirenti “la sostanza stupefacente sequestrata veniva sostituita con materiale di ogni genere, come mattoni di terracotta al posto dei panetti di hashish o mannitolo in luogo della cocaina

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