MARCIANISE/AVERSA. E’ ancora ricoverato all’ospedale di Marcianise il 35enne avvelenato in provincia di Caserta dalla mandragora, presa al posto degli spinaci. La 28enne che era finita al nosocomio di via Santella con lui è stata invece dimessa già nella serata di ieri.
Per l’uomo, invece, c’è bisogno di un ulteriore ciclo di cure anche se le sue condizioni non sono considerate gravi dai medici. Come è arrivata la mandragora anche in provincia di Caserta e nella zona di Marcianise?
Alcuni lotti, secondo quanto emerso, sono stati commercializzati da società di Forio d’Ischia, Aversa, Volla, San Valentino Torio (Salerno) ma anche di Avezzano (Aquila). Le Asl territorialmente competenti hanno sottoposto l’alimento a blocco ufficiale per effettuare campionamenti e analisi. Ma non è escluso che possa essere stata già venduta. I malcapitati intossicati della prima tranche flegrea appartengono a tre famiglie e sono ricoverate all’ospedale di Pozzuoli. Allucinazioni ma anche problemi gastrointestinali sono i sintomi rilevati.
“La situazione è sotto controllo: sono in corso analisi sui campioni prelevati e sono state adottate tutte le procedure previste in questi casi dalla normativa vigente”. È quanto precisa la direzione della Asl dell’Aquila in merito alle notizie relative a casi di intossicazione, registratisi nel napoletano, riconducibili al consumo di mandragora, una pianta tossica simile ad alcuni tipi di verdura; uno dei lotti di verdure commercializzate proviene da Avezzano (L’Aquila) ed è stato sottoposto a un fermo cautelativo.
“C’è stato l’immediato intervento del Servizio igiene alimenti e nutrizione (Sian) della Asl, diretto dalla dottoressa Maddalena Scipioni – si spiega in una nota – che, in sinergia con i Nas, ha effettuato prelievi sui campioni di prodotto che sono stati inviati all’Istituto Zooprofilattico per essere sottoposti ad analisi”. “In attesa del responso degli accertamenti – conclude la direzione Asl – il lotto in questione è stato ritirato e posto in stato di fermo cautelativo”.
Da Harry Potter a Machiavelli, la mandragora è sempre stata accompagnata da leggende e misteri. Tutte le sue parti, sono potenzialmente pericolose per la presenza di sostanze dalle proprietà allucinogene. “Le proprietà farmacologiche della pianta – scrivono gli autori del capitolo dedicato alla pianta nel libro Neuropathology of Drug Addictions and Substance Misuse – erano note fin dall’antichità. Tutte le sue parti sono velenose e contengono alcaloidi come scopolamina, atropine e ioscina. La pianta era usata a scopo lenitivo, analgesico, anestetico e afrodisiaco, ma anche per le proprietà allucinogene. I sintomi vanno da nausea, vomito, problemi intestinali, secchezza delle fauci e difficoltà a urinare per intossicazioni leggere fino appunto ad allucinazioni, delirio e tachicardia, anche se sono riportati anche casi di morte per sospetto avvelenamento”.
Nella letteratura ‘non scientifica’, c’è spazio anche per le streghe, che a quanto pare la mandragora la utilizzavano eccome, e per le leggende. La principale è probabilmente quella che afferma che una volta strappata dal terreno la mandragora emette un ‘urlo’ capace di rendere pazzo chi lo ascolta; leggenda che è finita dritta anche in una scena di un film della serie Harry Potter.