Sovrintendente tombarolo si difende dopo arresto: ecco cosa ha detto al gip

CAPUA. “Non sono un venditore di reperti antichi, ero alla mostra di numismatica per semplice curiosità, essendo anche un collezionista, e perché invitato da più persone”. E’ così che il sovrintendente di Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Caserta e Benevento Mario Pagano, 64 anni, ha chiarito al giudice per le indagini preliminari di Santa Maria Capua Vetere il motivo della sua presenza alla fiera di numismatica di Pastorano, tenutasi il weekend del 24-25 settembre, dove è stato arrestato in flagranza, insieme ad un venditore 70enne di reperti archeologici che aveva il proprio banchetto alla mostra, per ricettazione di opere d’arte dai carabinieri del Nucleo Tpc (Tutela del Patrimonio Culturale) di Napoli.

La Procura di Santa Maria Capua Vetere aveva chiesto gli arresti domiciliari per Pagano, ma il Gip ha disposto per il sovrintendente (difeso da Katiuscia Verlingieri e Emilio Lavornia) e l’altro indagato la misura cautelare obbligo di dimora, ridimensionando in parte la contestazione d’accusa; per il Gip il fatto integrerebbe gli estremi del tentativo. Per la Procura invece Pagano era alla mostra-mercato organizzata in un hotel di Pastorano proprio per acquistare o scambiare reperti antichi di provenienza non lecita.

I carabinieri sono intervenuti mentre Pagano e il venditore stavano analizzando dei reperti, in particolare dei vasi risultati risalenti al IV secolo a.C., ipotizzando che fossero oggetto di una compravendita. I legali di Pagano, gli avvocati Verlingieri e Lavornia, si dicono sicuri “di riuscire a dimostrare l’innocenza del sovrintendente” 

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