CASAPESENNA/MADDALONI. Da credente a atea. E’ il percorso della madre della vittima (all’epoca 13enne) dei presunti abusi di don Michele Barone, ex sacerdote del Tempio di Casapesenna, già condannato a 12 anni in primo grado. E’ ripreso a Napoli in Corte di Appello il processo per maltrattamenti nel corso degli esorcismi ed è stata sentita la donna di Maddaloni, peraltro condannata insieme al marito.
Ai giudici ha detto di aver perso la fede in Dio: “Prima ero credente. Adesso non credo più”. Dopo la sua escussione l’udienza è stata rinviata a novembre. Nel 2021 l’ex sacerdote è tornato libero dopo oltre tre anni tra carcere e domiciliari, e dopo essere stato condannato in primo grado a dodici anni di reclusione per lesioni gravissime commesse nei confronti della giovanissima durante riti esorcistici.
Barone fu arrestato nel febbraio 2018 dalla Squadra Mobile di Caserta all’aeroporto napoletano di Capodichino, di ritorno da un viaggio religioso in Polonia, a Cracovia; era insieme ai genitori della minore di 13 anni, anch’essi arrestati.
Dopo l’arresto, arrivò la sospensione del Vescovo di Aversa e infine la decisione di Papa Francesco di spogliare Barone dell’abito talare. Barone è rimasto in carcere fino al marzo del 2020, quindi è stato posto ai domiciliari, dove si trovata quando ha ricevuto la notizia della decisione dei giudici d’appello. Dal processo di primo grado è emerso che Barone e i genitori della 13enne – anch’essi condannati – credevano che quest’ultima fosse indemoniata, e così decisero di sottoporla a riti di esorcismo, che furono praticati dal prete allora in servizio al Tempio di Casapesenna, senza però alcuna autorizzazione.
La Procura di Santa Maria Capua Vetere che coordinò l’indagine aveva contestato a Michele Barone, originario di Casapesenna, anche la violenza sessuale ai danni di due donne maggiorenni (i pm chiesero 22 anni), ma il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere lo ha assolto (sentenza del 7 febbraio 2020) da questa accusa condannandolo per le lesioni provocate alla piccola 13enne e per maltrattamenti