Al colloquio con droga in vagina, detenuto picchiato dopo sequestro: ore di rivolta in carcere

Arienzo. E’ stato un pomeriggio a dir poco teso all’interno del carcere di Arienzo, nel recente passato considerato un approdo sicuro per i detenuti, ed ora al centro di frizioni e situazioni di instabilità per la sicurezza di reclusi e agenti.

In serata è stata placata una sommossa di un gruppo di detenuti, esasperati dalla situazione venutasi a creare recentemente col trasferimento da Poggioreale di diversi ospiti con disturbi, alcuni dei quali anche sierpositivi. Proprio la promiscuità causata dagli spazi angusti e dalla mancanza di un centro clinico adeguato sta creando difficoltà ed oggi l’esasperazione è esplosa con una rivolta, sedata solo dopo l’intervento del comandante della polizia penitenziaria. I detenuti sono tornati nelle celle, ma i problemi non sono certo rientrati.

La sommossa di oggi ha avuto peraltro un prologo non meno grave due giorni fa. Una donna che si era presentata in carcere per avere un colloquio con un familiare aveva nascosto 62 grammi di hashish nella vagina ma era stata scoperta dalla penitenziaria. Alcuni reclusi, dopo quel sequestro, hanno deciso di “farsi giustizia” da soli riempiendo di botte il detenuto individuato come “spia”. Quest’ultimo si trova ora in ospedale per le percosse ricevute.

Una situazione incadescente che richiede interventi mirati e che dimostra la fondatezza dell’allarme lanciato a più riprese dalla garante provinciale dei detenuti Emanuela Belcuore: “Da unica garante donna in Campania, sento il dovere di rivolgere innanzitutto un appello alle donne ed in particolare alle madri che fanno a trovare i familiari in carcere: non introducete sostanze di alcun genere. Non fate altro che rendere ancora più difficile la vita dei vostri parenti reclusi e degli stessi agenti ai quali servono più unità cinofile”.

“Ad Arienzo si vive una situazione di grande difficoltà nonostante sia sempre stato un carcere modello per la convivenza. Adesso proprio su questo aspetto si è carenti. Il trasferimento di un numero elevato di detenuti da Poggioreale, alcuni dei quali con patologie, malati di Hiv o bisognosi di metadone, sta minando la tranquillità di tutti oltre a ledere il diritto alla salute di chi ne ha bisogno. Il carcere di Arienzo, infatti, non dispone di un centro clinico” conclude Belcuore.

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